Il centrosinistra sceglie «l'anti Zaia» Appello dei big contro l'astensione - Corriere del Veneto

30 novembre 2014

Pagina 2, Primopiano

Venezia Il popolo del centrosinistra oggi sceglie l’anti-Zaia. Si saprà soltanto a sera se si sarà trattato della decisione di un’élite, irriducibile fan della democrazia partecipata, o piuttosto del plebiscito di un popolo che, ringalluzzito da Renzi, intravede per la prima volta la chance di giocarsela contro l’invencible armada forzaleghista, azzoppata dallo scandalo Mose, dall’eclissi berlusconiana, dallo spacchettamento del fu Pdl. Comunque andrà a finire, resta un fatto ed è che per quanto qualcuno lamenti «la selezione pilotata», per la prima volta nella storia politica del Veneto i cittadini avranno la possibilità di benedire il candidato governatore che più gli piace. E il segretario regionale del Pd, Roger De Menech, ha gioco facile nel rimpallare le ironie del centrodestra: «Per quanti pochi vengano oggi ai seggi, saranno sempre più di quelli che nel 2010 hanno scelto di candidare Zaia». 
Le primarie si celebreranno dalle 8 alle 20 nei 563 seggi allestiti in tutto il Veneto dagli oltre 2 mila volontari del Pd (info nella scheda a lato), lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura delle urne e i risultati saranno pubblicati appena disponibili sul nostro sito. Com’è noto se la giocano in tre: l’europarlamentare vicentina Alessandra Moretti, la deputata trevigiana Simonetta Rubinato e il consigliere regionale padovano Antonino Pipitone, che anche ieri hanno girato in lungo e in largo tra le sette province, prima di chiudere la campagna elettorale nelle rispettive città. «Ci sono state delle polemiche e delle tensioni - ammette De Menech - ma non drammatizzerei: certe punture di spillo sono il sale della politica e della democrazia e se in alcuni momenti si sono alzati un po’ troppo i toni, è perché tutti vogliono vincere e credono davvero in questa competizione». Dall’intervista di Moretti sulle politiche Ladylike alle accuse di scarso equilibrio rivolte dalla Rubinato proprio a De Menech, dai velenosi attacchi contro Moretti «candidata dell’establishment brava solo in tivù» alle insinuazioni su Rubinato «traditrice di Prodi» che pensa soltanto «a preti, suore e famiglie cattoliche», a suonarsele di santa ragione sono state soprattutto le due candidate en rose , che comunque nell’ultimo confronto di venerdì sera, al Crowne Plaza di Padova si sono strette la mano, abbracciate e pure scambiate un bacio sfuggente sulla guancia. «Da lunedì sono sicuro che lavoreranno tutti insieme per cambiare verso al Veneto» chiosa De Menech, alle prese più che con le intemperanze delle donne democrats , con lo spauracchio dell’astensione: «Dico ai veneti: approfittatene, non sfruttare questa opportunità sarebbe un delitto. Mentre il centrodestra cala il suo candidato dall’alto e il Movimento 5 stelle si affida a internet e ai blog, noi siamo l’unico partito che si mette davvero a disposizione della gente». Appelli al voto sono partiti ieri un po’ da tutti i vertici del Pd, dal senatore Giorgio Santini alla deputata Floriana Casellato, perché sono forti i timori che dalle urne esca un candidato dimezzato (la «soglia minima di soddisfazione» inizialmente fissata a quota 50 mila è stata precipitosamente annullata), come dimostra anche il caso, isolato ma emblematico, della sezione di Anguillara, nel Padovano, che ha rifiutato di allestire il seggio per protesta contro una consultazione «che non è vero confronto ma solo il tentativo di dare investitura popolare a una candidatura già bell’e che decisa». Che poi sarebbe quella della Moretti. Tant’è Rubinato ci prova comunque e tira dritto. Anche di fronte ai vandali che ieri notte hanno devastato le sue vele a Verona e a San Donà. 
Marco Bonet

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pubblicata il 30 novembre 2014

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