Se il Governo non ascolta grido d'allarme dei Comuni non resta che ricorso alla Corte Costituzionale

06 dicembre 2014

comuni_montaniSo bene che il Governo ha la necessità di ridurre la spesa pubblica, non è un caso che proprio ieri il rating dell'Italia è stata ancora declassato da BBB a BBB- da S&P. Ma non è portando al collasso il sistema dei comuni virtuosi, come sono la maggior parte di quelli del Veneto, che si risolve il problema dell'elevato debito pubblico e della mancanza di crescita. Anzi è proprio il contrario, perché si mettono a rischio le funzioni fondamentali che essi per legge devono svolgere per i cittadini e si blocca ogni loro investimento sui territori, perfino la manutenzione di strade ed edifici pubblici. Per questo condivido la denuncia dei sindaci del bellunese riunitisi ieri a Belluno (e non solo). Proprio per prevenirla avevo presentato un emendamento alla legge di Stabilità che stabiliva, nel caso in cui comuni e province a causa delle riduzioni di spesa non dovessero riuscire a garantire l'erogazione dei livelli minimi di servizio, l'intervento dello Stato, mediante il Ministero dell'interno e il Ministero dell'economia e delle finanze, per assicurare alle collettività locali i livelli minimi di servizio riconducibili alle loro funzioni fondamentali stabilite per legge. Emendamento purtroppo bocciato.

La gran parte dei nostri comuni ha una spesa storica considerevolmente inferiore ai fabbisogni standard certificati di recente dalla banca dati OpenCivitas. Ciò significa che la spending review l’hanno già fatta! Ulteriori tagli sotto questa soglia vuol dire chiudere. Tanto più dopo lo scandalo di Mafia Capitale non è più sostenibile chiedere ancora a chi ha già dato. Per questo auspico che l'Anci ed il Governo concordino degli interventi correttivi alla Stabilità nel passaggio al Senato.

Se così non fosse, ai comuni bellunesi non resterebbe che unirsi nella battaglia già concertata dall’Associazione dei Comuni della Marca trevigiana, sollecitando la Regione ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale le norme specifiche della legge di Stabilità che, violando i principi costituzionali, pregiudicano la possibilità dei comuni di esercitare le funzioni fondamentali assegnate loro dalla Costituzione. Si tratta di una strada possibile grazie alla pista tracciata dall'ultima giurisprudenza della Corte, secondo la quale la Regione può impugnare in via diretta anche le norme statali che pregiudicano le attribuzioni degli enti locali del proprio territorio. A mio parere si tratterebbe di un ricorso molto più fondato di tanti proposti da ultimo dal Presidente Zaia. Che non credo potrebbe sottrarsi alla richiesta specifica e motivata che gli arrivasse in tal senso da tanti nostri comuni virtuosi.


pubblicata il 06 dicembre 2014

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