Moretti: «Gli indagati Pd facciano un passo indietro» - La Tribuna di Treviso

14 dicembre 2014

Pagina 10, Regione

di Albino Salmaso

PADOVA «Onestà e merito saranno le mie parole d’ordine, il Pd deve essere al di sopra di ogni sospetto e gli indagati facciano un passo indietro»: Alessandra Moretti, dopo aver vinto le primarie, sperava in un debutto più tranquillo nella sua sfida a Zaia per la poltrona di governatore del Veneto. Ma lo scandalo Mose dopo aver travolto Giancarlo Galan, Renato Chisso, Giampiero Marchese, Giorgio Orsoni, Lia Sartori e l’ex ministro Altero Matteoli sta ora diventando un incubo anche per il Pd: le informazioni di garanzia nei confronti dei deputati veneziani Davide Zoggia e Michele Mognato rischiano di avvelenare la campagna elettorale 2015 per l’elezione del sindaco di Venezia e della giunta regionale. Ieri Davide Zoggia non si è presentato al dibattito a Padova con Bersani, Zanonato e la Moretti e il consigliere regionale Piero Ruzzante ha spiegato il forfait: «Abbiamo un codice etico preciso, invitiamo la magistratura a procedere rapidamente nell’inchiesta e siamo convinti che Davide e Michele sapranno dimostrare la loro estraneità alle accuse contestate». E Alessandra Moretti, prima di partecipare alla tavola rotonda moderata da Antonello Francica, vicedirettore del nostro giornale, ha detto chiaro e tondo che è arrivato il momento di girare pagina, di chiudere per sempre la nefasta stagione del consociativismo degli appalti del Mose, tanto per usare la frase coniata dal segretario regionale De Menech, che a giugno ha chiesto l’azzeramento della giunta Orsoni dopo il coinvolgimento dell’ex sindaco di Venezia nell’inchiesta. Da lì è partito lo tsunami che ha mandato in esilio giunta e consiglio comunale e spalancato le porte al commissario Vittorio Zappalorto e alle elezioni. Che ne pensa Alessandra Moretti dell’inchiesta a carico dei deputati Zoggia e Mognato? «Auguro a chi è coinvolto di chiarire in fretta la propria posizione e faccio un appello alla magistratura perché concluda in fretta le indagini. I partiti hanno il compito di selezionare la classe dirigente in base a due caratteristiche: onesta è merito. Chi è coinvolto oggi, faccia anche un passo indietro per difendersi meglio nelle sedi opportune: i corrotti vadano in carcere e gli innocenti non siano infangati. Il Pd sarà al di sopra di ogni sospetto», ripete l’eurodeputata in perfetta sintonia con il premier Renzi. Nel concreto che significa: Zoggia e Mognato si devono autospendere e dimettere dalle cariche che occupano? «C’è l’ esempio che riguarda il grande scandalo di mafia capitale. Molti indagati si sono dimessi: da lì noi dobbiamo partire». I parlamentari sono invece protetti dall’immunità, non sarà così semplice. «Lo so. La scelta attiene alla coscienza di ognuno, noi chiediamo di fare chiarezza. La questione morale investe la classe politica non solo a Roma. Se guardiamo al Veneto, lo scandalo del Mose non ha eguali: c’è l’ex presidente della Regione e poi un assessore dell’attuale giunta, noi vogliamo girare pagina e speriamo che anche gli altri partiti facciano altrettanto», ribatte Alessandra Moretti. Ma cosa ne pensa del ddl del governo Renzi che aumenterà le pene per la corruzione? «Chi ruba deve restituire fino all’ultimo centesimo: corrotti e corruttori vadano in carcere, con le misure adottate ieri si sta andando nella direzione giusta e se queste norme ci fossero già state Galan non avrebbe patteggiato e scontato la pena nella propria villa pagando una cifra irrisoria rispetto a quanto la magistratura sostiene abbia sottratto alle casse dei veneti onesti». Ultima battuta: le liste per le regionali 2015.Che accadrà? «Farò pulizia, con un ampio rinnovamento delle liste: voglio candidati meritevoli e onesti. Ognuno di noi può fare la propria parte per selezionare i futuri consiglieri. La politica deve avere il coraggio di fare scelte coraggiose» conclude la Moretti. Poi partecipa alla tavola rotonda sul Veneto che in Europa perde posizioni, arranca e viene bocciato sui fondi Ue. Bersani e Zanonato le fanno gli auguri per la sfida con Zaia mentre il segretario Roger De Menech detta la linea già tenuta con Orsoni: «Il Pd non fa sconti a nessuno. La magistratura fa il proprio dovere e le nostre regole sono ferree: chi sbaglia deve pagare e auspico una loro iniziativa autonoma». Insomma De Menech sollecita le dimissioni: Zoggia è nella direzione nazionale Pd, Mognato in quella veneta. E un «passo indietro» ai due parlamentari chiede anche Simonetta Rubinato. L’area Cuperlo rischia di affondare con il Mose: come finirà?

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pubblicata il 14 dicembre 2014

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