Indagini Mose: il PD applichi i principi di onestŕ e trasparenza

14 dicembre 2014

I deputati veneziani del Pd, Michele Mognato e Davide Zoggia, sono entrambi indagati per finanziamento illecito dei partiti, in relazione ai contributi che l’allora presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, ha raccontato di aver versato nel 2010 all’avvocato Giorgio Orsoni, poi diventato sindaco di Venezia. È stato lo stesso Orsoni, finito agli arresti domiciliari lo scorso giugno per una manciata di giorni, a fare i nomi di Mognato e Zoggia come i referenti della sua campagna elettorale nell’ambito del Pd, dopo aver ammesso di essersi rivolto a Mazzacurati per ottenere un finanziamento, ma negando di aver mai visto i soldi.

Sin dal giugno scorso – quando erano già emersi questi ed altri nomi di esponenti del Pd che avevano ricevuto finanziamenti dal Consorzio Venezia Nuova - avevo chiesto alla dirigenza regionale di invitare tutti coloro che in qualche modo erano coinvolti direttamente o indirettamente con il ‘sistema opaco' del Mose a fare un passo indietro nella gestione del partito (leggi il mio comunicato stampa sul tema). Dobbiamo dimostrare che il Pd è in grado di reagire e garantire massima trasparenza sul piano interno anche prima che arrivino gli avvisi di garanzia della magistratura. Annoto che ora lo ripetono anche coloro che in queste ultime primarie contavano questi nomi tra i propri sostenitori più influenti.

Io mi auguro che quanti sono coinvolti a vario titolo nelle indagini della magistratura possano dimostrare la loro estraneità. Ma, in attesa che ciò avvenga, gli iscritti e l'opinione pubblica esigono che il partito dia prova di applicare i principi di onestà, trasparenza e rifiuto di una gestione clientelare del potere contenuti nel codice etico del Pd nazionale e di affidare funzioni di dirigenza e rappresentanza politica a chi in nessun modo appare legato a quel ‘sistema opaco'. Da questo punto di vista ritengo che debbano fare un passo indietro per il bene del Partito Democratico tutti coloro che hanno ricevuto finanziamenti per l’attività politica, anche se formalmente dichiarati, da imprese o imprenditori che siano indagati dalla magistratura per fatti di corruzione.


pubblicata il 14 dicembre 2014

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