Raddoppia l'Iva sul pellet. «Uno scandalo» - Corriere del Veneto

16 dicembre 2014

Pagina 11, Cronaca

TREVISO Novanta dipendenti, venti milioni di fatturato per l’80% collegato alla produzione e vendita di 90 mila tonnellate l’anno di pellet. Le quali, se passerà la proposta di aumentare, in sede di legge di stabilità l’Iva dal 10% al 22% su questo speciale combustibile ottenuto dalla segatura di legna, saranno presto ridotte alla metà. È la previsione di Domenico Dal Tio, uno dei titolari della «La Tiesse» di Cimadolmo, l’azienda che per prima, nel 1994, inventò i pellet modificando delle macchine originariamente destinate ai mangimifici ed oggi prima produttrice nazionale di biocombustibili. 

«È una notizia devastante. Due settimane fa, la commissione bilancio aveva bocciato un emendamento in questo senso che però ora è rientrato a pieno titolo. Non si capisce – aggiunge – che così si va a colpire esclusivamente famiglie a reddito medio basso. Il riscaldamento non è un bene di lusso». In termini assoluti, spiega ancora Dal Tio, il pellet continuerà a costare meno del metano a parità di calorie sviluppate ma il risparmio difficilmente sarà tale da giustificare quell’impegno in più che una stufa o caldaia che usi questo combustibile richiede rispetto ad un impianto a metano. Cioè il rifornimento periodico in negozio, lo stoccaggio in casa, e la pulizia più frequente del bruciatore. 

Per di più, i piani di ammortamento accettati da chi ha affrontato la spesa per la soluzione a pellet non valgono più e la competitività rispetto all’acquisto di sistemi di riscaldamento allacciati alla rete del gas potrebbe dissuadere quanti stessero accarezzando l’idea di riscaldarsi con le compresse di segatura. «Se il governo pensa di incamerare così 96 milioni di euro – rileva infine l’imprenditore – ha fatto male i conti perché i consumi non saranno affatto quelli di prima. Che senso ha, poi, parlare di sostenibilità o protocollo di Kyoto quando le vere soluzioni green vengono mortificate in questo modo? Sarà per far contenta la lobby dei distributori di metano? L’Italia ha il maggiore mercato di pellet del mondo, pari a 3,3 milioni di tonnellate, solo il 10% prodotte in Italia, nel nostro sistema operano migliaia di addetti in centinaia di aziende e nessuno ha mai chiesto incentivi». 

Sul tema ha preso posizione anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intravedendo nelle intenzioni del governo ancora una volta quella di colpire la gente di montagna, cioè quella che più di altri ricorre al legno e suoi derivati per combattere i rigori climatici. Il riferimento è soprattutto agli abitanti della Pedemontana trevigiana, ma anche del Bellunese, dove il pellet è largamente impiegato, specie laddove il metano non arriva. «Di peggio – ha osservato il governatore – finora c’è stata solo la tassa sul soccorso alpino». «Stiamo parlando – ha fatto notare anche Simonetta Rubinato, deputato Pd - di un aumento medio che potrebbe aggirarsi attorno ai 100 euro a stagione. Per questo ho scritto al relatore, Giorgio Santini, di verificare la possibilità di coprire diversamente le esigenze comunque importanti di finanza pubblica. Confido che si possa trovare una soluzione». 

Gianni Favero

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pubblicata il 16 dicembre 2014

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