Veneto, l'80% dei vigili sempre al lavoro - La Tribuna di Treviso

03 gennaio 2015

Pagina 8, Attualità

di Elena Livieri

VENEZIA L’assenteismo record dell’83% dei vigili di Roma la notte di San Silvestro non ha varcato i confini del Veneto. Qui la situazione è diametralmente opposta: in tutte le maggiori città, da Verona a Padova, passando per Treviso, Belluno e Venezia, il tasso di assenza degli agenti è stabilmente sotto il 20% su base annua. E la notte di Capodanno non sono state registrate defezioni, nessuno è corso dai medici per ottenere il certificato di malattia come a Roma. Tutte le pattuglie previste per garantire i controlli si sono svolte regolarmente. Nel nutrito coro dei politici che, da destra e sinistra, puntano il dito contro i fannulloni romani, si distacca nettamente la voce dell’assessore alla Polizia locale di Padova Maurizio Saia. Per lui «l’ammutinamento» della Capitale era annunciato da tempo e motivato da anni di politiche sbagliate e dall’assenza di una legge di riforma della polizia locale. I NUMERI IN VENETO. A Padova il 31 dicembre hanno prestato servizio 85 agenti sui 252 in organico e non ci sono state defezioni rispetto agli ordini di servizio. Nel mese di ottobre il tasso di presenza è stato dell’89,31%, a gennaio 2014 dell’85,67%: percentuali del tutto in linea con la media fisiologica determinata dal turn over di malattie e ferie. Nello stesso mese Verona ha registrato un tasso di presenze pari all’82,51% con 6.403 giorni lavorati (tenendo conto dei 325 agenti in attività) su 7.760. A Treviso il giorno di San Silvestro erano in strada le tre pattuglie preordinate al servizio di vigilanza e non sono arrivati certificati medici. Tutto regolare anche per la polizia locale di Belluno, come conferma il comandante Gustavo Dalla Ca’, solidale con i motivi che hanno spinto i colleghi romani alla protesta. CHI STA CON I VIGILI. L’assessore padovano Maurizio Saia prende le distanze da chi, nella vicenda romana, agita la bandiera dell’efficienza e della responsabilità nel pubblico impiego contro i fannulloni: «Le assenze del 31 non sono state determinate dalla poca serietà dei dipendenti. La colpa è della nostra politica che sul tema del riordino e inquadramento della Polizia locale è lo zimbello di tutta Europa. Chiediamo agli agenti di fare ordine pubblico e sicurezza ma sono inquadrati come impiegati». Saia, durante la sua attività parlamentare, ha firmato con l’ex sindaco di Modena Barbolini (Pd), una proposta di legge di riforma: «È stato fatto un grande lavoro mettendo insieme istanze di destra e sinistra ed è stato il ministero degli Interni a bloccare l’approvazione della legge, nonostante vi sia una direttiva europea che ci obbliga alla riforma della Polizia locale dal 1984 affinché sia riconosciuta a tutti gli effetti fra le forze dell’ordine». CONTRO I FANNULLONI. Il governatore del Veneto Luca Zaia chiede una reazione forte del Governo: «Il dipendente infedele della pubblica amministrazione deve essere licenziato e il suo posto dato a un giovane meritevole, ma ora non si riesce a farlo. Renzi invece di fare proclami sull’estensione del Jobs Act ai dipendenti pubblici, faccia un provvedimento di un solo articolo che consenta di allontanare chi si macchia di assenteismo, scarso rendimento e corruzione». Anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti di Scelta Civica chiede l’estensione del Jobs Act al pubblico impiego. Per la «linea dura» contro i fannulloni sono il senatore Udc Antonio De Poli e la deputata Pd Simonetta Rubinato che chiedono siano individuate e sanzionate le responsabilità degli assenteisti di Roma.

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pubblicata il 03 gennaio 2015

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