Dall'offesa in rete allo stalking «Noi donne sotto attacco» - Corriere del Veneto

15 gennaio 2015

Pagina 3, Primopiano

VENEZIA Gi ultimi insulti, sul web e pure in pasticceria, ad Alessandra Moretti, candidata del centrosinistra alle Regionali, alzano il livello dell’attacco ormai atavico alle donne di potere. Sferrato, ed è la tristezza nel dramma, pure da altre donne. Si parte con le discriminazioni sul posto di lavoro, si diventa vittime di esagitati internauti dall’offesa facile, spesso a sfondo sessuale, per finire nel mirino di stalker. E’ il caso della senatrice Laura Puppato (Pd), che ha appena visto rinviare a giudizio il responsabile di tre anni di persecuzioni. «Si occupava solo di me, sapeva sempre dov’ero e cosa facevo e lo scriveva on line, insieme a una serie di insulti — racconta Puppato —. Il web è un’arma potente per la demolizione sistematica di una persona, anche se poi per strada la gente si comporta diversamente. Mi ha commossa il biglietto ricevuto da un uomo, in treno. C’era scritto: non sono molte le cose che mi rendono fiero di essere italiano, ma la sua passione politica mi inorgoglisce. Sono gesti che aiutano ad andare avanti nei momenti difficili, anche se c’è ancora molto da fare. Parliamo tanto del velo islamico, dimenticando che in Italia fino all’ultima guerra le donne non votavano, non avevano la tutela sui figli, non potevano gestire i soldi frutto del loro lavoro e se adultere rischiavano fino a 3 anni di galera, pena invece non inflitta all’uomo. Ecco le radici dell’odio di oggi». Odio ingiustificato gettato anche contro Francesca Zaccariotto, ex presidente della Provincia di Venezia. «Ormai ci ho fatto il callo — ammette — avrei gradito più solidarietà, purtroppo non ne ho mai ricevuta. A volte basta un messaggio, una telefonata per farti stare meglio e invece tante donne si ritrovano a vivere questi attacchi nella solitudine. L’unica difesa è la querela e io ne ho presentato diverse. Per esempio a carico di un tizio che su Internet scrive: tu sei incinta di me e non ti fai trovare. Ma non è solo questo: la politica è un mondo al maschile, se io devo allattare mio figlio è un problema mio, se invece è un uomo a tornare a casa per mangiare con la famiglia, tutti ne lodano la sensibilità. Ciò che per lui è una ricchezza diventa un limite per me: esistono preconcetti radicati difficili da rimuovere dal pensiero comune».  «E’ vero — conviene Elisabetta Gardini, europarlamentare di FI che quando lavorava in tv trovava inquietanti minacce in segreteria telefonica — un altro errore fatale è la mercificazione del corpo e della bellezza femminile, che ha profondamente nuociuto alla vita delle donne. E poi c’è una maleducazione diffusa e strisciante che spinge anche chi manda un’e-mail per criticare il nostro operato politico ad aggiungere volgarità se il destinatario è una donna. La società deve cambiare passo e noi signore dobbiamo iniziare a fare squadra, se vogliamo acquisire più forza. Invece siamo sempre divise e rivali». Dice Simonetta Rubinato, deputata del Pd: «Più sei esposto mediaticamente e più aumenta il rischio di finire sotto attacco, nel mio caso concentrato su Facebook e sulla protesta antipolitica. In molte occasioni cerco di rispondere e il dialogo in genere paga, perché cessa l’ostilità. Ma non va mai giustificata l’offesa personale, tanto più se sessista». E’ d’accordo Patrizia Bisinella, senatrice della Lega: «Qualsiasi forma di violenza nei confronti di chiunque va condannata. La rete è un problema reale, rende i politici più esposti agli attacchi di persone di livello sempre più basso, protetti dall’anonimato. Bisognerebbe potenziare il potere di controllo della polizia postale. Io non ho mai ricevuto insulti, però all’inizio della carriera ho subìto atteggiamenti discriminatori. Come consulente legale guadagnavo meno dei colleghi maschi, anche se rendevo di più, e in politica ho trovato diffidenza e chiusura mentale, perciò ho dovuto lottare molto per avere la stessa considerazione riservata agli uomini. Io non sono per le quote ma per la parità di condizioni di accesso. Noi siamo un più facile bersaglio non da parte di persone preparate ma di mediocri che ci temono».  Brutta sorpresa, su FB, pure per Alessia Rotta, deputato del Pd: «Ho appena trovato il post di una signora che mi scrive: lei sfoggia un bel sorriso e intanto mio marito ha dovuto chiudere l’azienda. Ci dica, lei quanto prende? L’antidoto per spezzare la catene delle malelingue on line è aumentare il numero delle donne nei ruoli chiave». Fuori dal coro Barbara Degani, sottosegretario all’Ambiente: «Io non ho mai subito attacchi, anzi, facendo politica essere donna si è rivelato un vantaggio. La gente che cerca il cambiamento, la novità, vota una donna. Poi, certo, devi dimostrare di essere tre volte più brava di un uomo, se vuoi mantenere la posizione in ambienti maschili. Sono però molto preoccupata dell’attacco generalizzato alle donne, va fatta una riflessione seria. E’ un problema di educazione e rispetto, che coinvolge tutti. Piena solidarietà alle colleghe vittime di insulti, hanno fatto bene a denunciare, è l’unica difesa». 

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pubblicata il 15 gennaio 2015

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