Pd, scoppia un nuovo caso Rubinato chiede lo Statuto speciale come la Lega - Corriere del Veneto

17 gennaio 2015

Pagina 2, Primopiano

Venezia Non è vero, come hanno scritto i deputati della Lega Nord, che nessun parlamentare veneto tranne loro e Ilaria Capua di Scelta Civica ha risposto all’appello del governatore Luca Zaia per un Veneto «a statuto speciale». In realtà un altro deputato ha presentato il fatidico emendamento per la modifica dell’articolo 116 della Costituzione, nell’ambito della riforma in discussione alla Camera, anche se non è esattamente il deputato che ti aspetti: Simonetta Rubinato del Pd. 

Ora, che l’onorevole trevigiana sia da sempre sensibile ai temi dell’autonomia, questo è arcinoto e non a caso lei ne ha fatto uno dei cavalli di battaglia della campagna per le primarie contro Alessandra Moretti. E però che si spingesse fino al punto di chiedere per il Veneto la stessa specialità riconosciuta al Trentino Alto Adige, per di più dopo il niet del compagno di partito e sottosegretario per gli Affari Regionali Gianclaudio Bressa, questo proprio non se l’aspettavano nel Pd. L’argomento è stato affrontato di petto durante una riunione mercoledì sera, a Roma, tra il segretario Roger De Menech e i parlamentari democrats del Veneto: a Rubinato sarebbe stato chiesto di riallinearsi e ritirare l’emendamento, che potrebbe mettere in difficoltà il governo ed essere strumentalizzato nella campagna elettorale per le Regionali, a tutto danno della Moretti.  In realtà, spiega Rubinato, l’emendamento in questione è stato presentato prima della lettera di Zaia ai parlamentari veneti, all’interno di un pacchetto di emendamenti «crescenti» in tema di autonomia. Quindi, dopo l’appello del governatore, la deputata ha inviato a sua volta una missiva ai colleghi motivando così la sua scelta: «Il Veneto è l’unica regione, fra quelle a statuto ordinario, che confina con due Regioni a statuto speciale, e solo con quelle potrebbe concretamente aspirare a realizzare una forma parziale o totale di fusione. E’ però molto improbabile che due Regioni a statuto speciale accettino di fondersi con una Regione a statuto ordinario, perdendo così la propria condizione di autonomia; ecco quindi motivata la necessità che il Veneto, attraverso la previsione di un allargamento del suo ambito di autonomia, venga messo nelle condizioni di poter aspirare, alla pari con le due Regioni contermini, a realizzare l’obiettivo di fondersi in un’unica Regione, che potrebbe denominarsi “Triveneto”». L’iniziativa è ambiziosa ma arrivando dai banchi del Pd può certo aspirare ad avere qualche (risicata) chance in più di quella della Lega, che in qualità di forza di opposizione «dura» sta allestendo una massiccia manovra emendativa destinata quasi certamente alla «tagliola» della Boldrini. Ma allora perché i padani non hanno firmato? «Avevamo proposto alla Rubinato di sostenere reciprocamente i due emendamenti, ma lei si è rifiutata chiedendo una convergenza sul suo - racconta Matteo Bragantini - In ogni caso in commissione, dopo il parere negativo del governo su entrambi, il nostro è stato bocciato e il suo ritirato. In aula li ripresenteremo e ovviamente siamo pronti a sostenerla, se mai riuscirà ad andare avanti. Tanto per cominciare io, in qualità di relatore di minoranza, darò parere favorevole. Figuriamoci se di fronte ad un’occasione come questa ci perdiamo in beghe di campanile».  E il Pd, che dice? De Menech smentisce di aver chiesto il ritiro dell’emendamento ma sbotta: «Da bellunese so benissimo cosa significhi vivere stretti tra due Regioni a statuto speciale e l’autonomia sta in cima ai miei pensieri. Bisogna però distinguere chi fa una battaglia per il bene del territorio, e tutti noi del Pd la stiamo facendo con impegno cercando di ottenere la sintesi migliore nel quadro di un partito nazionale, e chi invece fa battaglie solo per tornaconto personale. Riforme costituzionali, Jobs Act, legge elettorale: dobbiamo tornare a fare del Pd un partito in ordine, disciplinato, capace di adeguarsi alle indicazioni della maggioranza, altrimenti è il caos». Ma Rubinato non molla e scrive una lettera aperta a Zaia: «Io ho fatto la mia parte - è la sintesi - ora, caro presidente, è arrivato il tempo che tu ti assuma la tua responsabilità, attivando subito con il governo il negoziato sull’autonomia previsto dall’articolo 116, sfruttando la norma che sono riuscita a far approvare nel dicembre 2013. Dimostra che vuoi fare squadra sul serio nell’interesse dei veneti e troverai collaborazione». 

Marco Bonet

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pubblicata il 17 gennaio 2015

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