Roma irritata: il prefetto è in bilico - Il Gazzettino

21 febbraio 2015

Pagina II, Primopiano

Si addensano le nubi sul Prefetto Maria Augusta Marrosu. Le difficoltà di questi giorni, dalla corriera con 35 profughi lasciata tutta la notte davanti alla stazione fino al dispaccio inviato al Ministero con il consiglio a «disperdersi» pesano come un macigno. La sua permanenza a Treviso è a rischio. Da Roma arrivano notizie poco incoraggianti. Il Ministero dell'Interno non ha ancora preso un provvedimento ufficiale, ma starebbe valutando attentamente quello che è accaduto nella Marca. La gestione dei profughi, e la conseguente montagna di polemiche, potrebbe essere fatale alla Marrosu. Del resto le pressioni sono fortissime. Il gruppo di Sel ha annunciato un'interrogazione per chiedere al ministro Alfano di fare chiarezza sull'episodio della corriera e da Treviso il consigliere comunale Said Chaibi chiede alla Marrosu «di fare un passo indietro» bocciando su tutta la linea la gestione dell'accoglienza. Altra interrogazione è quella cui sta lavorando la senatrice Laura Puppato (Pd): «Il prefetto ha il compito di evitare le tensioni sociali -sottolinea- Sinceramente, in questi giorni, non capiamo cosa stia accadendo a Treviso. Negli anni abbiamo attraversato emergenze enormi, sempre superate. E adesso vedere 30 persone lasciate davanti alla stazione perché non si riesce a trovare un posto dove passare la notte lascia l'amaro in bocca». Annuncia un'interrogazione anche la deputata Simonetta Rubinato (Pd) che però usa toni più morbidi: «Io credo che sindaci e prefetti devono essere messi nelle condizioni di poter procedere, economicamente e materialmente, alle necessarie e dovute procedure di accoglienza. Soltanto poi si possono esprimere valutazioni in merito all'operato». Ma è consistente anche il fronte che il prefetto lo difende. E a spada tratta. L'associazione dei Comuni della Marca Occidentale (Vedelago, Altivole, Castello di Godego, Loria, Resana, Riese Pio X) ribadisce che la Marca non ha strutture per offrire accoglienza e puntualizza: «Vogliamo esprimere la nostra solidarietà al prefetto di Treviso che si trova a fare da capro espiatorio di una politica europea priva di spina dorsale. Il prefetto conosce molto bene la situazione dei nostri comuni, perché da lei vistati personalmente, e ne ha tratto le dovute conseguenze senza ipocrisia». Stessa solidarietà che arriva dal sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski e da quello di Conegliano Floriano Zambon: «Io sto con il prefetto -ribadisce- la situazione è paradossale. Siamo come quel medico che salva la vita al paziente che poi viene abbandonato a se stesso dopo l'operazione». Infine la senatrice Patrizia Bisinella (Lega): «Trovo vergognoso che chi ha la responsabilità politica della situazione ingestibile che si è creata a Treviso ora se la prenda col prefetto. È assurdo che esponenti locali dei partiti al governo, responsabili di tali politiche scellerate sul fronte del fenomeno immigratorio, pensino solo a scaricare la responsabilità su chi è semplicemente chiamato ad eseguire gli ordini dello stesso governo, ma è lasciato solo ad affrontare la realtà dei fatti». Paolo Calia

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pubblicata il 21 febbraio 2015

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