Pd, batosta continua E ora in Veneto si invoca il congresso - Il Gazzettino

16 giugno 2015

Pagina 4, Primopiano

Cinque ballottaggi, cinque sconfitte. Il Pd veneto esce asfaltato dalle elezioni di domenica, ha perso Venezia e pure Rovigo, senza contare roccaforti storiche come Portogruaro. E nel partito cresce il fronte di chi chiede una seria riflessione. Anche attraverso un congresso. Solo che la parola congresso, il segretario del Pd veneto Roger De Menech manco la contempla. Almeno, non per ora. Lunedì prossimo si terrà la direzione regionale del partito, per il momento De Menech affida a una stringata nota la sua analisi della batosta elettorale: «Dobbiamo metterci al lavoro con molta umiltà e con altrettanta tenacia per riallacciare il rapporto con i cittadini che anche domenica hanno scelto di astenersi dalle urne - scrive il segretario - Sarà un lavoro lungo, a tratti travagliato, ma è nostra piena responsabilità portarlo avanti». Cause della disfatta? «L’attuale ciclo di opinione pubblica ha messo in difficoltà il Pd. Questo fenomeno, cominciato con la tornata elettorale del 31 maggio, è stato confermato nel turno dei ballottaggi. E’ un fenomeno esteso in tutta Italia e particolarmente presente nel Veneto e dovrà essere oggetto di una riflessione approfondita e il più possibile oggettiva». E ancora: «In un contesto come quello ridisegnato da questa tornata elettorale, la missione dei gruppi dirigenti a tutti i livelli è farsi carico della responsabilità di riformare la nostra comunità mettendo al centro le idee e la politica e non le correnti e le tessere». Ma nel partito c’è chi usa parole ben più dure. Come la senatrice trevigiana Laura Puppato: «Inutile girarci attorno, la sconfitta è plateale e il risultato di 0-5 è pesante e al di sotto delle aspettative, dopo aver perso Padova l'anno scorso, lasciamo al centrodestra anche Venezia e Rovigo, oggi siamo deboli anche nei capoluoghi dove il centrosinistra è sempre stato vincente». Puppato non ha dubbi: «Credo che a questo punto il Congresso non sia più rimandabile per affrontare i temi della credibilità della nostra presenza e il nostro isolamento in regione, che ci vede senza alleati che abbiano consistenza». Del resto, ad ammettere la battuta d'arresto è lo stesso premier Matteo Renzi, ed è la prima volta da quando è a Palazzo Chigi. Oggi, all'assemblea del gruppo alla Camera che eleggerà Ettore Rosato nuovo capogruppo, il segretario dem farà un'analisi «senza sconti», spiegano i fedelissimi, sulle comunali. Ma è escluso un repulisti al vertice del partito: Lorenzo Guerini e Deborah Serracchiani resteranno al loro posto. Intanto, la minoranza dem respinge le accuse di non aver sufficientemente sostenuto i candidati. Davide Zoggia, deputato veneziano ed esponente di spicco dell’area bersaniana, dice che c’è stato piuttosto «uno scollamento» con il partito. «Fattori oggettivi hanno influito sulla sconfitta veneziana - dice Zoggia - Penso alle vicende giudiziarie del Mose, al trionfo di Luca Zaia in Regione, al fatto che il Governo non è più così trainante a livello locale. Ma c’è dell’altro: a Venezia c’è stata una gara a chi sparava di più contro il Pd. Io non butto la croce addosso a Casson, ma dico che avrei "utilizzato" meglio il Pd., Invece c’è stato uno scollamento». E all’obiezione che Casson è stato candidato per aver trionfato alle primarie, Zoggia puntualizza: «La candidatura di Brugnaro all’epoca era già all’orizzonte, forse qualche discussione in più su come affrontare la sfida andava fatta. Si poteva arrivare lo stesso alla candidatura di Felice Casson, ma senza la contrapposizione che si è verificata nel partito». E a chiedere una riflessione sul meccanismo delle primarie è anche Nicola Pellicani, il giornalista su cui aveva puntato il Pd veneziano e che era stato sconfitto alle primarie proprio da Casson: «Le primarie sono uno strumento formidabile, ma devono servire per vincere non per perdere». Intanto cresce la richiesta di un confronto interno al partito. «In Veneto serve sicuramente un congresso - dice Zoggia - ma per discutere della linea politica». Rincara la parlamentare Simonetta Rubinato: «La durissima lezione arrivata dalle urne anche nei ballottaggi conferma che esiste nel Pd una questione veneta. In nessun'altra regione sono arrivate così tante sconfitte». © riproduzione riservata

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pubblicata il 16 giugno 2015

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