Centrosinistra sconfitto 5-0, il Pd s'incendia «Facciamo subito il congresso regionale» - Corriere del Veneto

16 giugno 2015

Pagina 6, Primopiano

VENEZIA L’avviso ai naviganti, nelle ultime due settimane, era stato di tenere le proprie dichiarazioni ben alla larga dal secondo turno. Ma adesso che il Partito Democratico è andato a schiantarsi proprio contro lo scoglio dei ballottaggi, i maggiorenti del partito tornano a chiedere un immediato cambio di rotta, nella conduzione di quella che dopo le Europee pareva una corazzata, ma che fra le Regionali e le Comunali si è ridotta a poco più che una zattera. Una chiatta che però il comandante sarà l’ultimo ad abbandonare, nel senso che non ne ha la minima intenzione: «Sarà un lavoro lungo, a tratti travagliato, ma è nostra piena responsabilità portarlo avanti», annuncia il segretario regionale Roger De Menech. 

Il giorno dopo lo strike che ha abbattuto tutti e cinque i candidati del centrosinistra rimasti in gara (a Venezia, Rovigo, Castelfranco Veneto, Portogruaro e Lonigo: ha vinto dappertutto il centrodestra), l’evidenza non può essere negata. «Gli elettori ci mandano un messaggio chiaro: desiderio di cambiamento e di concretezza», dice la deputata Floriana Casellato. Concorda la senatrice Laura Puppato: «Credo che a questo punto il congresso non sia più rimandabile. Inutile girarci attorno, la sconfitta è plateale e il risultato di 0-5 è pesante e al di sotto delle aspettative. Dopo aver perso Padova, lasciamo al centrodestra anche Venezia e Rovigo. Oggi siamo deboli anche nei capoluoghi dove il centrosinistra è sempre stato vincente».  Una serie di disfatte che potrebbe rimettere in discussione anche le primarie come metodo di selezione dei candidati. «Non il meccanismo in sé - puntualizza la deputata Simonetta Rubinato, tornando a chiedere il congresso - ma le modalità bulgare con cui è stato stravolto quello che invece potrebbe essere uno straordinario esercizio di democrazia. Parlo per esperienza diretta: non ho spirito di rivalsa, ma bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscere che la consultazione di base per la scelta del candidato governatore è stata pilotata, anticipando il voto di due settimane e riducendo la campagna elettorale a tredici giorni, un tempo insufficiente perché potessero farsi conoscere dagli elettori anche i partecipanti che non erano già dei volti televisivi». 

Com’è noto a trionfare il 30 novembre fu Alessandra Moretti, sconfitta il 31 maggio da Luca Zaia ed ora in procinto di cominciare un altro viaggio, questa volta nelle sedi provinciali del Pd. «Credo - commenta l’imminente capogruppo in consiglio regionale - che sia un partito che saprà tornare a vincere: la tornata elettorale sfavorevole sarà l’occasione per una ripartenza che saprà stupire se basata su più lavoro sul territorio, meno giochi di potere interno e soprattutto il ritorno del merito alla base della selezione di una nuova classe dirigente». Un concetto che Moretti ricalca ripetutamente, auspicando «il coraggio di affidare questo cammino anche a persone nuove» ed invocando «il rinnovamento e l’innovazione» attraverso «una nuova classe dirigente che avrà il coraggio di tornare a fare fatica nei circoli». Sul territorio il malumore è palpabile: a Vicenza si è consumato uno strappo a sinistra e avanza la richiesta di un congresso provinciale, a Padova è stato chiesto un passo indietro al segretario cittadino Antonio Bressa. Il padovano Paolo Giaretta, ex segretario regionale del partito, è categorico: «Il punto non è rabberciare organigrammi, riequilibrare gli organi. È aprire un percorso nuovo, che dovrà portarci ad un congresso di ridefinizione della proposta del Pd nel Veneto. Basato su un lavoro culturale e politico più che su appartenenze astratte, su filoni di protettorati romani». De Menech evita però la polemica: «L’attuale ciclo di opinione pubblica ha messo in difficoltà il Pd. È un fenomeno esteso in tutta Italia e particolarmente presente nel Veneto e dovrà essere oggetto di una riflessione approfondita e il più possibile oggettiva». Come? «Mettendo al centro le idee e la politica e non le correnti e le tessere». 

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pubblicata il 16 giugno 2015

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