De Menech avverte «Se nel Pd è guerra per bande, io lascio» - La tribuna di Treviso

24 giugno 2015

Pagina 12, Regione

di Filippo Tosatto wPADOVA «Non resterò a tutti i costi. In presenza di un clima collaborativo sono disponibile a reggere il partito fino al congresso anticipato ma se prevarrà la guerra per bande, allora toglierò il disturbo senza pensarci un attimo». Parole chiare quelle di Roger De Menech, all’indomani della direzione veneta del Pd che ha avviato, fra mea culpa e veleni, la discussione sulla disfatta elettorale. Il segretario regionale ha già messo sul tavolo le dimissioni: ora spetterà all’assemblea - riconvocata sabato mattina - accettarle, respingerle o concordare una “terza via” che traghetti i dem all’appuntamento congressuale di fine anno. «Sono sereno», riprende il renziano «ho ammesso la sconfitta senza minimizzare gli errori commessi. Ma in Veneto perdiamo dal 1995, non da oggi, perciò ritengo indispensabile un ripensamento profondo, che investa cultura politica, programma, presenza sul territorio, formazione degli amministratori e dei quadri. Mi amareggia che qualcuno svilisca il dibattito: insistere esclusivamente sulle dimissioni del segretario non è uno sgarbo a me ma al partito democratico e al suo popolo». L’allusione corre a Simonetta Rubinato, la parlamentare che più di altri contesta i vertici e sollecita un ricambio radicale: «Dal segretario, e soprattutto dalla candidata Alessandra Moretti, abbiamo sentito analisi semplicistiche, alla ricerca di scuse, non di altre strade», rincara «eppure siamo di fronte alla peggiore sconfitta degli ultimi vent’anni e in nessun’altra regione il Pd è andato così male, pur con un centrodestra diviso» conclusione: «Nessuna ?resa dei conti ma solo la richiesta di due passaggi fisiologici per una forza democratica, le dimissioni della segreteria e l'indizione di un congresso straordinario, vero e aperto, che scelga una nuova linea politica». Più distesi i toni della senatrice Laura Puppato, che definisce «atto dovuto e coraggioso» il passo indietro ventilato da De Menech: «Ora serve una discussione più serena e seria sul futuro del Pd e del centrosinistra», afferma, scoccando una frecciata ai civatiani in uscita dalle fila dem: «Non capisco chi abbandona il partito in questa fase di grandi trasformazioni per inseguire progetti velleitari, dopo aver fatto il diavolo a quattro per essere presente in lista, c’è poca riconoscenza e ancor meno coerenza in certe scelte». La sinistra interna parla per voce di Roberto Fasoli, il veronese eletto all’assemblea nazionale: «La debacle è stata tale da non consentire risposte di ordinaria amministrazione. Le dimissioni del segretario? Non sono un atto di cortesia ma la presa d’atto dell’insufficienza manifestata dal gruppo dirigente. Detto ciò, è sciocco cercare un facile capro espiatorio, così come sarebbe inutile celebrare un congresso in fretta e furia, aggirando il nocciolo della questione, cioè la nostra assenza dal territorio e l’incapacità di entrare in sintonia con i veneti. Proposte? Un comitato di gestione che prepari il percorso congressuale, composto da persone di fiducia e anche da personalità esterne». C’è chi paventa una radicalizzazione dello scontro correntizio, con i colonnelli vecchi e nuovi intenti a contendersi brandelli di potere: «Guai a dividerci sui nomi e sulle poltrone», le parole del senatore Giorgio Santini «ho definito l’esito elettorale un cataclisma e ora il traguardo da perseguire è la rigenerazione politica del Pd nel segno della cultura riformista di governo. Se il segretario se la sente di partecipare a questo percorso, che sarà lungo e impegnativo, non sarò io a chiedergli di andarsene». A proposito di Roger De Menech: ieri ha trascorso la giornata a Roma, impegnato nei lavori della commissione Lavori pubblici alla Camera. Nell’occasione ha sondato i big del partito circa l’ipotesi di convocazione di un congresso straordinario in Veneto, ricevendo un convinto via libera, accompagnato dalla garanzia che alla direzione di sabato parteciperà un rappresentante della segreteria nazionale.

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pubblicata il 24 giugno 2015

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