Profughi, Alfano silura il prefetto di Treviso - Il Gazzettino

21 luglio 2015

Pagina 2, Primopiano

Salta il prefetto di Treviso Maria Augusta Marrosu. A scrivere la parola fine sulla sua esperienza trevigiana è il ministro dell'Interno Angelino Alfano su richiesta del premier Renzi. Da Bruxelles Alfano torna sulle sommosse e gli scontri avvenuti negli ultimi giorni da Treviso a Roma per via dell'accoglienza ai migranti e liquida la Marrosu con poche parole: «Nel prossimo consiglio dei Ministri (venerdì, ndr) sostituirò il Prefetto di Treviso -annuncia- abbiamo avuto dal sistema delle prefetture grande efficienza ma alcune cose non hanno funzionato e interverremo». E tra le cose che non hanno funzionato spicca la gestione dell'emergenza profughi nella Marca. Che la sorte del prefetto trevigiano fosse segnata era nell'aria. Fatali le sono state le giornate di Quinto di Treviso, le scene d'isteria collettiva viste attorno alle due palazzine, già abitate da una decina di famiglie italiane, dove aveva deciso di sistemare 101 migranti arrivati nella Marca e che nessuno voleva. «L'unica alternativa a Quinto sarebbe stata metterli in strada, l'ultima cosa che avrei voluto fare era metterli in un condominio», aveva spiegato. Ma le sue parole sono cadute nel vuoto. Troppo compromessi i rapporti con sindaci e istituzioni: «In un anno e mezzo la Prefettura ha sistemato 1700 persone -si era difesa- ora ce ne sono più di 800 sul territorio. Quindi, stabilito che tutti sono contro di noi, forse qualcosa abbiamo fatto. Ma pare che questo nessuno lo veda. Ma si sa, siamo noi i cattivi».

La Marrosu ha pagato le tremende immagini dei mobili buttati fuori dagli appartamenti destinati ai migranti e bruciati in mezzo alla strada; il cibo strappato dalle mani dei volontari e gettato a terra pur di non farlo arrivare a quei ragazzi giunti dall'Africa e asserragliati tra quattro mura.

E poi i tentennamenti. Nel bel mezzo delle contestazioni, la Prefettura confermava che i migranti sarebbero rimasti a Quinto e che nessuna protesta avrebbe fatto cambiare idea: «È l'unica struttura che abbiamo». Ventiquattro ore dopo il dietrofront: basta Quinto. Tutti alle ex caserma Serena di Casier, distante appena qualche chilometro. E tutto questo è arrivato a Roma, dove da tempo l'operato della Marrosu era tenuto sott'occhio. Del resto lei è stato il primo prefetto in Italia a ordinare, a febbraio, di parcheggiare una corriera con una ventina di migranti davanti la stazione ferroviaria trevigiana confidando che si disperdessero da soli. Aveva anche comunicato questo decisione in una nota riservata inviata al Ministero. E subito scoppiò una polemica ferocissima. A questo sono seguite altre scelte, come riaprire una vecchia e fatiscente caserma trevigiana chiusa da trent'anni, la "Salsa", per accogliere una quarantina di migranti salvo richiuderla dopo meno di 48 ore perché considerata inabitabile dall'Usl. E poi le tensioni, la distanza con i sindaci.

È stato lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi a suggerire ad Alfano l'avvicendamento. Ieri mattina i due si sono incontrati a Palazzo Chigi per elaborare le nuove strategie dell'accoglienza. E l'operato della Marrosu non è stato ritenuto all'altezza. Il sindaco di Treviso Giovanni Manildo ha amesso di sapere fin da venerdì, quando è stato chiamato proprio da Renzi, quale sarebbe stato il destino del Prefetto: «Ora spero che il nuovo prefetto sappia interpretare il ruolo di necessario coordinamento di tutto il territorio».

Ma anche alcuni parlamentari trevigiani avevano suggerito un cambio in Prefettura. E non è un caso che Simonetta Rubinato, deputata del Pd, quasi esulti: «La scelta va nella giusta direzione per evitare che la situazione a Treviso possa sfuggire di mano dopo gli ultimi avvenimenti». In questo clima nuovamente incandescente si incastra l'arrivo a Treviso, giovedì, di Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione del Viminale. Incontrerà i sindaci per parlare di profughi, chiederà massima collaborazione. E magari, senza un prefetto contestato da tutti, sarà più semplice averla.

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pubblicata il 21 luglio 2015

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