Le accuse del Pd “La Regione Veneto non fa prevenzione” - Corriere delle Alpi

06 agosto 2015

Pagina 11, Primopiano

BELLUNO Solidarietà per i parenti delle vittime e accuse per la scarsa attenzione ai problemi dell’ambiente che, inevitabilmente e sempre più spesso, si trasforma in tragedie per l’uomo. Sono queste le reazioni che piovono il giorno dopo il disastro in Cadore. «Non è un fondo per le calamità quello che serve al Veneto aumentando le accise come intende fare Zaia, ma un fondo per la prevenzione, un piano paesaggistico regionale - che il Veneto non ha malgrado la legge lo preveda - e per la tutela dei corpi idrici» sostiene la senatrice del Pd Laura Puppato garantendo interesse politico alla vicenda «a fronte di cambiamenti climatici violenti e frequenti, alla tutela vanno associate politiche di prevenzione, riduzione dell’espansione urbanistica, traffico ed emissioni. Zaia provveda a fare ciò che ha sempre dichiarato nell’imminenza degli avvenimenti violenti, dimenticandolo nella fase programmatoria e deliberativa». Dal canto suo la senatrice Simonetta Rubinato sostiene che «servono risorse straordinarie che la comunità veneta può reperire soltanto trattenendo una quota più equa delle risorse fiscali che produce, ovvero attraverso l’autonomia». Non mancano polemiche e tensioni a palazzo Ferro-Fini: ad accendere la miccia è la capogruppo del Pd Alessandra Moretti che rilanciando la richiesta di aiuti per le zone colpite si dispiace «che Zaia non perda l’occasione, nemmeno in una circostanza drammatica come questa, per scaricare altrove ogni responsabilità per la scarsità di risorse ed interventi di tutela del territorio. Prosegue con la politica del “deve fare tutto Roma”, dimenticando che la Regione ha competenze e doveri in materia, a cui ha assolto in maniera insufficiente o con grave ritardo» dice ricordando che «per la frana di Cancia il Governo ha riconosciuto stanziamenti per 22,6 milioni e palazzo Chigi nominerà un Commissario per attivare i lavori: di fatto sarà Zaia ad avere il compito di gestire le risorse e di programmare gli interventi. Un esempio di come sia essenziale fare squadra e non gli scaricabarile». All’accusa risponde il capogruppo della Lega Nicola Finco: «Bisogna non avere vergogna per speculare politicamente su una tragedia in cui hanno perso la vita tre persone» dice «Moretti non sa che nel 2011 la Regione ha fatto un Piano per la tutela del suolo e la difesa idrogeologica e lo sta realizzando con oltre 900 cantieri in quattro anni e 400 milioni di investimento, dopo 80 anni di immobilismo. Se si informasse prima di parlare vedrebbe che a San Vito c’è stato un uragano superiore a quello che ha messo in ginocchio Firenze lo scorso weekend. Vorrei chiederle dove sono quei 2 miliardi promessi da Renzi nel 2014 a Treviso. E i 7 promessi da Galletti dopo Refrontolo: inutile dire che in 18 mesi non si è visto un centesimo». La priorità, aggiunge l’assessore regionale al Territorio Cristiano Corazzari è «la messa in sicurezza del suolo e lo stop alla cementificazione». Aggiunge il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti: «È ormai evidente che questi eventi catastrofici non sono più eccezionali, ma si stanno confermando come fatti con cui il Veneto dovrà iniziare a convivere organizzando territorio, viabilità e infrastrutture, proteggendo e mettendo in sicurezza il proprio ambiente in modo differente dal passato». Insiste sulla necessità di fare della prevenzione una priorità anche il consigliere Pd Andrea Zanoni che annuncia l’intenzione di sottoporre alla commissione regionale Ambiente le istanze dei sindaci colpiti dalla frana. In questo senso il consigliere democratico Piero Ruzzante chiede che sia proprio la Giunta a riferire in commissione su «cause e primi interventi» legati alla tragedia. E mentre Bruno Pigozzo (Pd) presenta un progetto di legge per una nuova regolamentazione del consumo di suolo, Antonio Guadagnini (Inv) plaude all’adozione da parte della Regione del «piano dell’ingegner D’Alpaos per la difesa idrogeologica». Ancora, Manuel Brusco, consigliere regionale grillino spiega come intervenire: «Il passaggio alle fonti rinnovabili, il decomissionamento delle centrali più vecchie e l’edilizia sostenibile sono le emergenze. Per questo abbiamo chiesto in Regione che delle grandi opere non si valuti solo la sostenibilità economica, ma anche quella ambientale». Infine Franco Conte, senatore di Area popolare propone di «dare strumenti ai sindaci affinché possano mettere in sicurezza il loro territorio usando le risorse vincolate dal Patto di stabilità». (s.z.)

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pubblicata il 06 agosto 2015

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