Veneto, il prete censura la preghiera dell'alpino. Vescovi e Lega ancora contro - La Repubblica

17 agosto 2015

TREVISO - "Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana". E' il verso della Preghiera dell'Alpino che proprio nei giorni del Salvini tonante contro il clero sulla questione degli immigrati ("fuori dalle palle degli amministratori") ha portato a una nuova contrapposizione in Veneto tra vescovi e Lega Nord. Tutto ha inizio ieri, durante la messa dell'Assunta nella chiesetta di Passo San Boldo (Treviso). Al momento di leggere la preghiera, il sacerdote spiega ai rappresentanti dell'Associazione nazionale alpini che in tempi in cui folle di disperati premono ai confini, parlare di 'difesa' del territorio da ingressi stranieri, mentre altrove c'è chi esalta il ritorno alla Guerra Santa ed esorta alla resa dei conti con i Crociati - lo Stato Islamico, tanto per fare nomi - forse non è il caso e propone qualche correzione. Per tutta risposta, gli alpini si rifiutano di leggere il brano modificato, dopo la censura apportata dal sacerdote, esconoi dalla chiesa e leggono la preghiera in versione originale. Immediata la reazione della Diocesi di Vittorio Veneto: la preghiera, patrimonio dell'Associazione nazionale alpini da 80 anni, viene vietata nelle funzioni liturgiche.

Ed ecco, dunque, tornare allo scoperto i nervi. Quelli di Matteo Salvini, che dalla propria pagina Facebook, attacca la Diocesi di Vittorio Veneto per aver "proibito la lettura" di quel brano alla fine della Messa al Passo San Boldo. "Le Penne Nere - scrive il segretario della Lega -, giustamente hanno protestato. Sono sempre più sconcertato da 'certi vescovi'. W gli Alpini". Sulla stessa linea la deputata del carroccio Barbara Saltamartini, ancora su Facebook: "Ma in che Paese viviamo. Vogliono cancellare le nostre tradizioni, la nostra cultura. Ma vi sembra normale una cosa del genere?". Con i vescovo sta invece la senatrice del Pd Simonetta Rubinato, che definisce Salvini un "cattolico a corrente alternata", e sottolinea che "tra il difendere la preghiera degli alpini e la strumentalizzazione politica che ne fa il segretario della Lega c'è una bella differenza".

E dire che il presidente della locale sezione Ana, Angelo Biz, l'aveva presa più cautamente, cercando di evitare polemiche, chiedendosi al massimo perché "nella Diocesi il rapporto con gli alpini sia diventato così problematico". Una partita che naturalmente si incrocia con il brusco confronto in atto tra i Vescovi e la Lega Nord, per le posizioni di chiusura sugli immigrati. A fine luglio era stata proprio la lettera aperta dei vescovi di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, e Treviso, Gianfranco Agostino, a lanciare il sasso, ricordando "ai cristiani e agli uomini e donne di buona volontà" che "l'accoglienza è un dovere cristiano". La risposta del governatore Luca Zaia era stata diretta: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra" aveva replicato il presidente della Regione, sostenendo che almeno due immigrati su tre "non sono veri profughi", e chiedendosi se "i vescovi hanno dato tutto quello che potevano dare? I seminari sono tutti pieni di immigrati e di profughi?".

Da lì in avanti la

polemica non si è più fermata. Anche se oggi un punto di intesa Luca Zaia lo ha trovato nelle parole rivolte dal presidente della Cei all'indirizzo dell'Onu sul dramma dei migranti: "Condivido ogni sillaba - ha detto Zaia - pronunciata oggi dal cardinale Bagnasco".

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pubblicata il 17 agosto 2015

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