Dalle imprese una spinta sul 20% ai piccoli creditori - Il Sole 24 Ore

21 luglio 2015

Pagina 38, Norme e tributi

Dalla base a Confindustria, tra le imprese è diffuso il consenso per le modifiche alla Legge fallimentare che introducono una percentuale minima, 20%, di soddisfazione, nei concordati preventivi liquidatori e la soppressione del silenzio assenso. Ma le carte si scopriranno oggi in Aula alla Camera dove si inizia a votare sugli emendamenti. In mattinata però verrà presa la decisione sull’eventuale voto di fiducia per blindare il testo. Il testo uscito dalla commissione Giustizia «va bene così, ci auguriamo non venga modificato nel corso del dibattito parlamentare», ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ad Arezzo.

E a Milano in un convegno organizzato all’Università Cattolica (dal titolo un po’ brutale, ma significativo, «Fallimenti e concordati stanno uccidendo le imprese») gli hanno fatto eco gli imprenditori autoconvocati, soprattutto del Nord Est, che hanno messo l’accento sulle necessità delle modifiche e, anzi, sull’eccessiva timidezza dell’intervento. In questo senso si sono pronunciati per esempio, l’imprenditrice bresciana Alberta Marniga (Euroacciai Spa) che ha lamentato l’effetti di concorrenza sleale che troppo spesso ha assunto l’utilizzo spregiudicato del concordato, e Franco Daniele (Tecnostrutture srl), che ha raccontato dell’estrema difficoltà della sua azienda alle prese con l’impossibilità di farsi pagare i lavori già effettuati per due padiglioni privati a Expo 2015.

E la preoccupazione degli imprenditori che vedono nelle modifiche introdotte in commissione Giustizia un’occasione importante per potere verificare le attenzioni effettive della politica alle loro esigenze, si sposano con la posizione della magistratura o, almeno, di una parte di questa. Ieri a Milano sia Alida Paluchowski, futuro presidente della Sezione fallimentare di Milano, sia Roberto Fontana, sostituto procuratore a Piacenza, molto si sono spesi per quello a che a loro appare come il segnale di un’attesa inversione di tendenza, dal sapore culturale oltre che pratico.

A partire da questo pomeriggio in ogni caso le votazioni faranno giustizia. Anche perchè, in realtà, il fronte che sollecita una marcia indietro esiste ed è assai composito. A essere spesi in questo senso stati Assonime che ha scritto alla presidente della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, ma anche uno dei principali consiglieri, in materia di politica economica del premier Matteo Renzi: Yoram Gutgeld ha infatti presentato, il termine scadeva ieri, emendamenti soppressivi sia del limite del 20% sia della cancellazione del silenzio assenso.

Il relatore al disegno di legge David Ermini, responsabile giustizia del Pd, è però intenzionato a tenere il punto anche per dare un segnale al mondo delle piccole e medie imprese, troppo spesso trascurato. E, al di là degli schieramenti, una convergenza ampia potrebbe confluire sulle disposizioni. Ieri al convegno milanese, pur non facendo mancare toni critici sul decreto legge, più favorevoli alle sue modifiche sono stati i commenti, dei deputati dell’opposizione intervenuti (Francesca Businarolo, Movimento 5 Stelle, Marco Rondini, Lega Nord e Emanuele Prativera, Lista Tosi), mentre Simonetta Rubinato (Pd) si è detta disponibile a ulteriori miglioramenti del testo per favorire i piccoli creditori.

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pubblicata il 21 luglio 2015

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