Pagina 9, Regione
«Se il presidente Zaia ha potuto annunciare l’avvio del negoziato con il Governo per poter dare maggiore autonomia al Veneto lo deve al centrosinistra»: la deputata Simonetta Rubinato (Pd), autonomista convinta, ricorda che fu il governo Amato nel 2001 a inserire nella Costituzione il comma sul federalismo a geometria variabile». Ma soprattutto è «grazie al governo Letta che nel 2013, accogliendo un mio emendamento alla Legge di stabilità, è stato fissato in 60 giorni il termine entro cui il Governo si deve attivare sulla richiesta di negoziato avanzata da una regione. Finalmente, dopo due anni e due mesi dall’entrata in vigore, anche il governo veneto se ne è accorto: più volte ho sollecitato il presidente Zaia». Rubinato si dice pronta a sostenere la richiesta avanzata dalla Regione Veneto, a patto però che «Zaia assuma un atteggiamento di serietà, lealtà collaborazione istituzionale nella trattativa con il Governo: perché queste partite non si giocano con la propaganda». E il consigliere Stefano Fracasso (Pd) incalza: «Finalmente c’è una proposta nero su bianco. Ma il sostegno al referendum apre perplessità sulla realtà volontà di dialogare col Governo e rischia solo di aprire un muro contro muro». Fracasso contesta i dati di Zaia: «Lo studio fatto dalla regione Lombardia (2014) scrive che il residuo fiscale del Veneto è 11,3 miliardi enon20, e il rapporto tra il “dare” e “avere” si attesta a 82%. Ogni cento euro di tasse, ne tornano 82».
Duro il sindaco veronese Flavio Tosi che insiste sulla macroregione e accusa Zaia di aver «ripetutamente preso in giro gli indipendentisti veneti con gli ormai noti proclami» e afferma che il referendum è consultivo «dunque privo di qualsivoglia effetto reale. Chi risponderebbe "no" alla domanda "Vuoi vivere in una Regione con più autonomia?” E poi cosa accadrà? Nulla». A favore dell’autonomia il capogruppo grillino Jacopo Berti: «Il Movimento 5 Stelle è per l’autonomia del Veneto e sosterrà questo obiettivo. Noi siamo per l’autonomia di tutte le altre regioni d’Italia: l’obiettivo a cui noi puntiamo sono gli Stati Uniti d’Italia. È anacronistico che esistano ancora Regioni a statuto speciale: tutte dovrebbero avere uno statuto speciale».