Fondi banda ultra larga: 316 milioni di euro dal CIPE per il Veneto

10 aprile 2016

Il 10 Marzo scorso è entrato in vigore il c.d. decreto Fibra Ottica (decreto legislativo 33/2016) che recepisce la direttiva europea 2014/61/UE  in materia di riduzione dei costi di installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità per promuovere l'uso condiviso dell'infrastruttura fisica esistente e consentire un dispiegamento più efficiente di infrastrutture fisiche nuove. Un passo importante nel quadro del progetto di digitalizzazione dell’Italia per dotare il nostro Paese di connettività a banda ultra larga, adempiendo così agli obiettivi comunitari fissati dall’agenda digitale europea (245/2010).

Il piano nazionale Banda Ultra Larga prevede in linea generale il raggiungimento entro il 2020 dell’accesso a Internet per tutti i cittadini del territorio nazionale ad una velocità di connessione superiore a 30 Mb/s e, per almeno il 50% della popolazione, una connessione al di sopra dei 100 Mb/s.

A tal fine, lo scorso 11 Febbraio è stato raggiunto, in sede di conferenza unificata, un accordo con le Regioni (http://www.statoregioni.it/Documenti/DOC_052333_REP%20N%2020%20%20PUNTO%206%20ODG.pdf) per definire una strategia di cooperazione e la ripartizione dei fondi necessari. L’accordo prevede l’erogazione di un finanziamento di 3,5 miliardi di euro che dovrebbe garantire la realizzazione dell’infrastruttura entro i tempi previsti in 7300 comuni del paese che fanno parte delle così dette aree a fallimento di mercato (c.d. aree C e D) dove i carrier non possono investire direttamente.Al posto loro, dunque, interverrà lo Stato che realizzerà in proprio la rete di nuova generazione in fibra ottica che poi sarà data in gestione alle Regioni. Una volta operativa, la rete potrà essere affittata dagli operatori che la potranno utilizzare per erogare i loro servizi di connettività a banda ultralarga. Per l’Italia si tratta di una novità assoluta ed è la prima volta dai tempi della vecchia SIP che lo Stato torna a possedere una rete di comunicazione.

Trovare un punto d’intesa tra Stato e Regioni non è stato facile. Il nodo che ha creato maggiori divergenze nel corso del tempo è stato la ripartizione dei fondi a disposizione del progetto, era necessario infatti trovare un bilanciamento tra nord e sud, visto che in passato i fondi pubblici erano stati concessi prevalentemente alle regioni meridionali. Le Regioni chiedevano garanzie sull’uso dei fondi di coesione non solo per la realizzazione degli investimenti in fibra, ma anche per tutte le altre infrastrutture necessarie al territorio. Le risorse complessive del  fondo, pari a 54 miliardi nel periodo 2014-2020, sono infatti per legge assegnate all’80% alle regioni del Sud e solo per il 20% a quelle del Nord. Invece il Governo ha deciso di distribuire i fondi per gli investimenti in fibra sulla base di tre fattori: investimenti privati effettuati nell’area, numero di unità abitative e investimenti già effettuati dalle Regioni. Il comunicato del MISE al riguardo ha riportato quindi che i 2,2 miliardi assegnati dalla delibera CIPE di agosto 2015 saranno utilizzati "secondo una ripartizione territoriale che tiene conto del fabbisogno stimato per gli interventi pubblici”  nelle aree a fallimento di mercato e "tenendo conto delle altre risorse disponibili per il finanziamento del piano Banda Ultra in ciascuna Regione". Dei 2,2 miliardi saranno inizialmente ripartiti 1.6 miliardi che si aggiungono a 1,187 miliardi di fondi FESR e FEASR e a 233 milioni di PON imprese e competitività per un totale di circa 3 miliardi. Grazie al Piano, la nuova rete potrebbe essere disponibile nelle prime zone destinate ad essere rafforzate già a partire dal 2017.

Per quanto riguarda la Regione Veneto attualmente la Banda Ultra larga a 30Mbps copre il 20,1% delle Unità immobiliari (UI), mentre solo il 4% delle UI sono raggiunte dalla Banda a 100Mbps.

In base alla consultazione pubblica 2015 relativa alle dichiarazioni di intervento da parte degli operatori privati nel prossimo triennio (2016-17-18), nel territorio regionale è previsto il 16% delle UI (unità immobiliari) coperte in BUL(banda ultra larga) a 100Mbps, e il 61% delle UI coperte in BUL a 30Mbps. Quindi al 2018 il 39% delle UI non sarebbero così servite da servizi in banda ultra larga e l’obiettivo dell’85% delle UI coperte a 100Mbps (del piano Strategico nazionale) sarebbe molto lontano dal suo raggiungimento con i soli investimenti degli operatori privati. (A questo link puoi trovare un dettaglio ulteriore consultando i risultati della Consultazione pubblica 2015 http://www.infratelitalia.it/news/risultati-seconda-fase-consultazione-pubblica-banda-ultralarga-2015/  dove potrai vedere il dettaglio delle coperture previste per ogni area in cui sono suddivisi i comuni e la lista delle aree bianche oggetto di intervento pubblico http://www.infratelitalia.it/wp-content/uploads/2016/02/Esito-Consultazione-BUL-2015_F2_AREE-BIANCHE-e-DIRETTE.xlsx).

È qui che interviene il finanziamento statale per realizzare le infrastrutture necessarie a raggiungere gli obiettivi del piano BUL. Le risorse stanziate per il Veneto sono pari a: 315.810.955 euro dal fondo FSC (fondo sviluppo e coesione), cui si aggiungono 40.000.000 euro da fondi POR e FESR 2014-2020 (fondi regionali) e 43.000.000 euro da fondi FEASR 2014-2020 (fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale).Con questi fondi verranno infrastrutturate tutte le aree bianche con una popolazione coperta di circa 1,6 milioni di cittadini veneti. Un investimento importante per il Veneto se si confronta l’entità delle risorse ad esso destinate rispetto alle altre regioni italiane (vedi il confronto grafico a questo link http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/05/banda-ultralarga-scontro-stato-regioni-sulla-spartizione-dei-fondi-al-sud-solo-briciole-233-milioni-contro-15-miliardi/2435842/).

Quanto agli investimenti dei principali carrier italiani, proprio il 23 marzo scorso l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, ha annunciato il piano strategico Enel Open Fiber che prevede un investimento di 2,5 miliardi di euro per la stesura della fibra nelle aree A e B (quelle non a fallimento di mercato).Nei primi anni del piano copertura di circa 7,5 mln di unità immobiliari abitative, Enelagirà come operatore wholesale only, ossia come soggetto operante esclusivamente nel mercato all'ingrosso, che realizza l'infrastruttura per altri operatori autorizzati (http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/tlc/2016/03/23/fibra-enel-in-224-citta-investimenti-per-25-miliardi-_322d7152-ec0a-4ef6-8164-7e3093b68bbb.html).

Su questo tema, a questo link trovi la recente conferenza stampa del premier Renzi: http://www.governo.it/articolo/banda-larga-conferenza-stampa-di-renzi/4441


pubblicata il 10 aprile 2016

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