Autonomia: Renzi boccia, ma Zaia rilancia - Il Giornale di Vicenza

05 maggio 2016

Pagina 9, Regione

VENEZIA È braccio di ferro a distanza tra il premier, Matteo Renzi, e il governatore, Luca Zaia, sul tema dell'autonomia. Ieri da palazzo Chigi, durante la diretta social, il presidente del Consiglio ha bocciato la richiesta del Veneto: «Le Regioni autonome - sono le sue parole - hanno una loro motivazione legata alla storia. Possiamo discutere di una maggiore attenzione ed interventi ma non esiste nè l'ipotesi di secessione nè di ulteriori forme di autonomia. O a tutti o a nessuno». ZAIA FA QUADRATO. Apriti cielo. Non si è fatta attendere la replica dura del presidente del Veneto: «Abbiamo il massimo rispetto delle opinioni di Renzi - ha dichiarato Zaia -, ma purtroppo per lui restano opinioni. Noi celebreremo il referendum sull'autonomia ammesso dalla Corte Costituzionale che ha dato ragione al Veneto e non al Governo che aveva impugnato la legge». E aggiunge: «Continuare a vedere la Costituzione mummiÒcata, a uso e consumo dei palazzi romani, non è una visione social. Tutto è in evoluzione, la storia lo dimostra. Renzi è sempre più analogico e sempre meno digitale».IL PERCORSO. Un botta e risposta che fa risalire la tensione tra Roma e Venezia. Sì, perché, proprio in questi giorni è atteso a palazzo Balbi, come anticipato dalla capogruppo del Pd in Regione Alessandra Moretti, una risposta da parte del ministro agli A×ari regionali, Enrico Costa, alle richieste inoltrate lo scorso marzo in tema di quesiti referendari. Di più. Il Sottosegretario agli A×ari regionali, Gianclaudio Bressa, ne aveva anticipato i contenuti: 1) Sì al solo quesito autorizzato dalla Corte. 2) No all'Election day, cioè accorpare referendum sulla riforma costituzionale con la consultazione sull'autonomia. 3). Avanti con la negoziazione secondo la Costituzione, articoli 116 e 177. Due articoli che mirano, in sintesi, a realizzare il passaggio di competenze in alcune materie con relativo contributo economico. COME TRENTO E BOLZANO. Ma più che di distensione era solo una tregua visto che Zaia, lo ha di recente ribadito in una trasmissione televisiva, non si smuove: vuole fare del Veneto una regione autonoma tanto quanto la Provincia di Trento, per capirci. E per prima cosa, è il pensiero di Zaia, si farà il referendum. Le dichiarazioni di Renzi di ieri hanno di fatto solo dato il fuoco alle polveri che erano già state ben piazzate. Polveri tutte politiche perché c'è ben oltre il trasferimento di una competenza da Roma a Venezia sul piatto. E i due contendenti lo sanno. I COMMENTI. Per la deputata dem, Simonetta Rubinato, c'è ancora lo spazio per non arrivare al muro contro muro: «Il premier non può sapere tutto e forse gli è sfuggito il senso del referendum. Lo scopo non è quello di far diventare il Veneto una regione a statuto speciale, ma di ottenere autonomia in alcune materie. Renzi quando vedrà il risultato della consultazione, non potrà che capire che si sta andando nella giusta direzione. Magari se Zaia invece di fare comunicati iniziasse a sedere nei tavoli governati in modo più corretto si sarebbe già potuto ottenere qualcosa». Interviene anche Moretti: «L'autonomia globale, tout court, non porta proprio a nulla. È solo una battaglia ideologica. Avviare invece un serio negoziato su alcune materie come abbiamo sempre ribadito servirà concretamente ai veneti. Non trasformiamo il referendum sull' autonomia in un plebiscito pro Zaia e contro il Governo. Concentriamoci sull'autonomia di×erenza che i veneti attendono, illusi dal centro destra, da anni».

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pubblicata il 05 maggio 2016

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