OK BLINDATO DELLA CAMERA AL DECRETO ABOLIZIONE VOUCHER: NO A NOSTRI EMENDAMENTI PER RIMEDIARE AL VUOTO NORMATIVO

09 aprile 2017

Con il decreto legge n. 25/2017 il Governo ha abolito lo strumento del voucher, consentendo l’utilizzo soltanto di quelli già acquistati alla data di entrata in vigore della norma fino al 31 dicembre. L’abrogazione, motivata dalla dichiarata esigenza di eliminare gli abusi dell’utilizzazione del lavoro accessorio (condivisibile), ha però creato un vuoto normativo per tutte quelle esigenze – genuine – di prestazioni di lavoro residuali ed estemporanee che comunque esistono di fatto ed alle quali l’ordinamento deve dare una risposta di disciplina, pena il rischio di alimentare sacche di lavoro nero.
Molte persone e piccoli imprenditori del territorio mi hanno infatti contattata perché arrabbiati o preoccupati per essersi trovati improvvisamente in una situazione di difficoltà e incertezza normativa. Per questo, dopo aver consultato chi si occupa di diritto del lavoro, ho predisposto insieme alle colleghe Rostellato e Rotta due emendamenti con la finalità di trovare una soluzione pratica e transitoria per chi oggi si trova a non avere più a disposizione alcun strumento normativo adeguato per le proprie esigenze di lavoro occasionale.
Analizzando dunque i contratti esistenti che possono rappresentare un’alternativa ai voucher per regolare dei rapporti di lavoro occasionale, si rilevano le seguenti tipologie: il contratto di somministrazione, le collaborazioni coordinate e continuative e il lavoro intermittente. Quest’ultimo è quello che ci è apparso più simile e quindi adatto a rispondere alle esigenze connesse al lavoro accessorio, perché prevede la possibilità di richiedere la prestazione di lavoro “a chiamata”, soltanto cioè quando il datore di lavoro la richieda, con un connotato di “estemporaneità” assimilabile all’utilizzazione dei voucher. Tanto più che, con l’ultima disciplina del Jobs Act, lo strumento del ‘lavoro intermittente’ ha assunto delle potenzialità importanti per erodere la percentuale di impiego irregolare e/o 'in nero' in alcuni settori produttivi particolarmente avvezzi all’utilizzo dei voucher.
Abbiamo così depositato il 30 marzo scorso in Commissione Lavoro le nostre proposte emendative (Clicca qui per vederle), con il fine di contrastare forme di lavoro irregolare nelle more dell’introduzione di una nuova disciplina delle prestazioni di lavoro di carattere occasionale, consentendo l'utilizzo del contratto di lavoro intermittente con riferimento ad ogni tipo di prestazione lavorativa discontinua o intermittente, anche al di fuori dei casi consentiti dalla contrattazione collettiva, senza limitazioni connesse all’età dei lavoratori, legittimando però l’uso dello stesso in un limite massimo di 500 giornate in tre anni (sarebbe così discontinua la prestazione lavorativa, in qualunque settore ed in qualunque tipologia di mansione, che non supera un certo numero di giorni ….) e mantenendo le eccezioni per quei settori che già ne sono beneficiati a legislazione vigente (turismo, spettacolo e pubblici esercizi) e per i quali la natura della discontinuità è già ontologicamente presente in tutte le prestazioni lavorative afferenti il settore stesso.

Dichiarati inammissibili dal presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, martedì 4 aprile scorso, perché non strettamente afferenti la tipologia contrattuale oggetto del decreto legge, i nostri emendamenti sono stati riammessi dalla Presidenza a seguito della presentazione, nella stessa mattinata, da parte mia e della collega Rostellato di apposito ricorso, in cui abbiamo rilevato che gli stessi erano finalizzati a scongiurare il vuoto normativo che si è determinato a seguito dell’emanazione del decreto legge n. 25/2017 che, di fatto, rende impossibile per molte imprese l’assunzione regolare di lavoratori per prestazioni sporadiche e di breve durata, involontariamente rischiando di incrementare il ricorso al lavoro irregolare. Vittoria la nostra del tutto inutile, visto che il capogruppo del Pd ha ritirato nella seduta del pomeriggio di martedì 4 aprile scorso tutti gli emendamenti presentati da deputati del Gruppo, essendo stato il decreto legge blindato per il fulmineo passaggio ed approvazione in Aula nella giornata di giovedì 6 aprile scorso.

Peccato non aver colto l'occasione di provare a dare una risposta immediata alle esigenze concrete di lavoro accessorio di tante persone e piccoli imprenditori anche del nostro territorio. Mi auguro dunque che il Governo quanto prima dia seguito alle parole del Ministro Poletti, che nel question time di mercoledì 5 aprile scorso ha confermato "l'intenzione, già preannunciata dal Presidente del Consiglio, di attivare rapidamente un confronto con le parti sociali interessate, al fine di individuare tempestivamente nuove forme di regolamentazione delle prestazioni di lavoro accessorio e occasionale. Tenendo conto degli elementi riscontrati dal monitoraggio sopra riferito, si potranno individuare, in primo luogo, soluzioni diversificate per famiglie e imprese, in ragione dell'evidente e diversa natura delle domande. Per quanto riguarda, in particolare, le imprese e i professionisti, col concorso delle parti sociali potranno poi essere individuate particolari esigenze settoriali meritevoli di soluzioni specifiche".

Al momento le alternative possibili (e costose) ai voucher per i compensi dei piccoli lavori sono ben riassunte in questo articolo del Sole 24 Ore: clicca qui per vedere articolo in tre pagine della Rassegna stampa del 3 aprile scorso.


pubblicata il 09 aprile 2017

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