Rubinato: «Autonomia, voto storico È la spallata per un federalismo vero» - Il Giornale di Vicenza

02 settembre 2017

Pagina 7, Regione

«Questo non è un referendum qualunque, ma l'occasione straordinaria per dare una spallata al centralismo, prima sabaudo e poi romano, che ci ha governato fin dall'annessione del 1866, compresi il ventennio fascista e i 70 anni di repubblica». A colpire di più, di queste drastiche parole (che danno il "la" addirittura a un libro), è che non vengono stavolta da uno storico leader leghista o venetista, né del governatore Luca Zaia. Vengono anzi da chi fa capire bene, tra le righe del suo libro, che sarebbe pronta dalla sponda del centrosinistra a sfidarlo, Zaia: per contendergli la guida di una Regione Veneto che però non sia quella di oggi, ma più autonoma dentro lo Stato italiano. E proprio per questo la dem Simonetta Rubinato, a lungo sindaco della sua Roncade (Tv), parlamentare "un po' eretica" da un decennio, in vista del voto del 22 ottobre manda avanti il libro "La spallata: il referendum sull'autonomia e il futuro del nostro Veneto", scritto sotto forma di intervista con il giornalista-scrittore veneziano Gianni Montagni, già autore nel '96 del libro-intervista "Nordest chiama Italia" col celebre giornalista Giorgio Lago (ed. Neri Pozza).«IL TEMA DEI TEMI». Insomma, un po' come Luca Zaia ripete che il referendum non è suo o della Lega, ma dei veneti, e che l'autonomia per il Veneto sarà una sfida per il suo centrodestra - e non ha torto, se si pensa che i sondaggi danno proprio la sua parte in vantaggio per le ormai vicine elezioni nazionali - dall'altra parte Simonetta Rubinato non si stanca di dire ai suoi del Pd e del centrosinistra che «si tratta della possibilità di esigere finalmente l'attuazione nel nostro Paese di cose, il federalismo fiscale e il regionalismo differenziato, già scritte nella Costituzione nel 2001» proprio dal centrosinistra. E che «l'autonomia del Veneto è il tema dei temi, in linea con l'assetto statutario del Partito democratico».LA SFIDA A ZAIA. Rubinato fa il gioco di Zaia? «Io sto portando acqua al mulino del Veneto, per far arrivare la farina ai veneti, anche se al momento il mugnaio eletto dalla maggioranza è un altro», replica lei. E affonda poi l'attacco allo Zaia autonomista ma anche indipendentista: «Come diceva Giorgio Lago a Bossi, "se tu porti avanti la strategia del federalismo, la uccidi nel momento in cui affermi che il secondo stadio è l'indipendentismo"». E non critica ancora Zaia: «È vero che Roma ha continuato a far finta di niente, ma è anche vero che il Governatore del Veneto non l'ha neppure sfidata». Eppure proprio lei, l'on. Rubinato, era riuscita quasi 4 anni fa a far inserire nelle leggi dello Stato la norma per cui se una Regione chiede di avviare un negoziato sull'autonomia, lo Stato deve iniziare a trattare entro 60 giorni se no si va in giudizio davanti alla Corte costituzionale.«IL VENETO SE LO MERITA». Cosa vuol dire "autonomia", Simonetta Rubinato lo spiega a chiare lettere: «Il Governo centrale accetta di cedere a una Regione, che dimostra di meritarlo, competenze e risorse». E la stessa Banca d'Italia certifica nel report del 2016 che «i Comuni del Veneto si caratterizzano, nel confronto con la media nazionale, per una migliore performance nella gestione delle funzioni fondamentali», per spesa e servizi offerti». Per capirsi: «Perché - chiede Rubinato - l'altopiano di Asiago ha meno diritti di quelli di Lavarone e Folgaria?».OCCASIONE STORICA. Quello che ci vuole è «una partecipazione massiccia»: di nuovo Rubinato e Zaia tornano a dire la stessa cosa. Ma lei lancia un'altra stoccata: se col referendum Zaia si trovasse a raccogliere solo quell'1,1 milioni di voti che ha avuto per la sua riconferma a governatore nel 2015, su oltre 4 milioni di potenziali elettori veneti, sarebbe insufficiente. «Il "Sì" deve arrivare oltre l'80%. E Zaia e i suoi partiti da soli non lo potranno mai raggiungere. Per questo - chiude l'on. Rubinato - sarà determinante il sostegno di tutti i veneti». Perché «molto difficilmente avremo un'altra occasione così per cambiare il Veneto e anche l'Italia». Ma «se i nostri concittadini veneti rimarranno impassibili, anche Roma continuerà sa fare orecchie da mercante». Perché il problema storico è «il sistema di potere centrale che gravita» su Roma, e «ai cittadini è stato raccontato in questi anni che la causa della malattia della finanza pubblica era il federalismo, mentre invece un sano federalismo fiscale ne è la cura». Una Regione come il Veneto se avesse «più autonomia legislativa, amministrativa e finanziaria, potrebbe essere ancora più competitiva e fare da traino per l'intero Paese. Per questo - conclude - voglio per il Veneto tutto lo spazio di autonomia possibile».

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pubblicata il 02 settembre 2017

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