Autonomia, la Regione Veneto agisca su un doppio binario

10 novembre 2017

“Che esista una specialità del Veneto nel percorso dell’autonomia è stato attestato dalla grande partecipazione popolare al referendum del 22 ottobre. L’eccezionale spinta venuta dai Veneti merita dalla politica una risposta all’altezza, che veda in concreto la reciproca e leale collaborazione tra Giunta regionale e Governo nazionale, nonché il Parlamento. Come diceva Giorgio Lago, il minimo sindacale dell'autonomia è il livello dei servizi garantiti da Trento e Bolzano, perché questo o è un privilegio, o se è un modello che funziona, deve essere fruibile da tutte le comunità. Perciò la richiesta di tutte le materie previste all'art. 116 3º comma Costituzione e delle risorse necessarie per gestirle in modo adeguato è condivisibile, per ottenere una legge rinforzata che valorizzi la specialità del Veneto nell'unità della Repubblica. Per questo bisogna lavorare sodo ai dossier e cercare le alleanze, nella nostra regione, ma anche con le altre autonomie regionali virtuose, visto che la legge dovrà essere approvata probabilmente dal prossimo Parlamento”. E’ questo in sintesi il pensiero che Simonetta Rubinato ha espresso stamane nel corso delle audizioni sul Pdl 43 oggi in Prima commissione del Consiglio Regionale. 

“Credo- ha aggiunto la parlamentare dem - che la Regione dovrebbe  agire su un doppio binario: uno di media prospettiva, per ottenere le 23 materie in un accordo quadro complessivo che nella sostanza veda accolta la nostra istanza autonomista; e l'altro, a più breve termine, visto che siamo alla fine della legislatura parlamentare, per dare ai Veneti alcune prime risposte concrete, chiudendo ad es. da subito l'accordo con lo Stato per la competenza e le risorse necessarie al funzionamento delle scuole dell’infanzia paritarie. Inoltre, la Regione può farsi portavoce della richiesta dell'Anci Veneto di sbloccare in legge di Bilancio gli avanzi di amministrazione dei nostri comuni virtuosi, fermi in cassa a causa delle norme vigenti, invece di essere utilizzati per investimenti produttivi”.

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pubblicata il 10 novembre 2017

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