Scuole paritarie, via 50 milioni: Rubinato contro il governo - Il Gazzettino

21 dicembre 2017

Pagina 9, Nordest

VENEZIA Ormai pareva fatta: «Fino alla mattinata i soldi c'erano», si rammarica Stefano Cecchin, presidente regionale della Fism. E invece nella notte alla Camera sono spariti dalla manovra statale i 50 milioni di euro, di cui 7 per il Veneto, destinati alle scuole dell'infanzia paritarie. «È un grave errore del governo e della maggioranza che siano state del tutto ignorate le esigenze di centinaia di migliaia di famiglie, visto che accolgono 582mila bambini (fra cui 81.000 veneti, ndr.) dai 3 ai 6 anni», tuona la deputata trevigiana Simonetta Rubinato (Partito Democratico) che aveva proposto l'emendamento salva-asili.«ALTRE FINALITÀ»La dem aveva interessato della questione anche il premier Paolo Gentiloni, il sottosegretario Pier Paolo Baretta e il capogruppo Ettore Rosato, ma a quanto pare ha dovuto arrendersi all'evidenza dei fatti: «Le risorse trovate a fatica nei giorni scorsi dai tecnici dello staff di Palazzo Chigi sono state utilizzate da ultimo per altre finalità». Non è dato sapere quali, poiché la somma è stata rimessa in cassa e lì se ne sono perse le tracce. «Evidentemente osserva Rubinato non si è ancora capito che, con le limitate risorse pubbliche disponibili, lo Stato non riuscirà ad ampliare l'offerta formativa lungo tutto lo Stivale se non garantisce prima di tutto la sopravvivenza delle materne paritarie già esistenti». Strutture a rischio concreto di soppressione, secondo l'esponente del Pd, in aperta contrapposizione con il suo partito: «È una politica miope e di corta veduta: se queste scuole continueranno a chiudere, come già sta accadendo anche in Veneto, dove ne perdiamo una media di dodici all'anno, verrà meno non solo l'obiettivo dell'ampliamento dell'offerta educativa, ma anche quello di contenere la spesa pubblica, perché lo Stato dovrà costruire e gestire più scuole materne statali, senza contare la perdita di un patrimonio sociale e culturale». LE CONSEGUENZE Secondo la Federazione, la perdita secca per ciascuna scuola sarà di circa 5.000 euro, con possibili aumenti delle rette pari in media a 50 euro l'anno. «Questo è gravissimo dice Cecchin e ci amareggia il fatto che il segnale dato dal governo Renzi, che ci aveva permesso di sopperire ai tagli della Regione, sia durato solo un anno. Ora la coperta diventa di nuovo corta e ci impone di rivedere i bilanci di previsione. Speriamo almeno che nel bilancio regionale il nostro fondo salga da 31 a 36 milioni, com'era nel 2016, altrimenti prevediamo la chiusura di un'altra decina di plessi».A.Pe.

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pubblicata il 21 dicembre 2017

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