In Italia carceri nuovi, mai utilizzati!

02 febbraio 2010

"Mentre il carcere di Santa Bona rischia di scoppiare dovendo accogliere più del doppio di detenuti rispetto alla capienza ottimale, nel resto d'Italia ci sono 40 istituti penitenziari costruiti e allestiti, ma mai utilizzati. Una vicenda che ha dell'incredibile". Nei giorni scorsi l'on. Simonetta Rubinato ha presentato un'interrogazione al ministro della Giustizia Alfano perché faccia chiarezza in Parlamento su questa vicenda.

"Sembra che il penitenziario di Gela, il carcere di Morcone (Benevento), quello di Busachi in Sardegna e l'Istituto di Castelnuovo della Daunia (Foggia), integralmente completati, non abbiano mai aperto le porte - sottolinea l'on. Rubinato, prima firmataria dell'interrogazione sottoscritta anche da altri colleghi, tra i quali Andrea Orlando responsabile Giustizia del Pd e Donatella Ferranti, componente della Commissione Giustizia della Camera -. In Puglia si contano addirittura quattro istituti penitenziari costruiti, allestiti e mai inaugurati: il carcere di Bovino (Foggia) con 120 posti, di Minervino Murge (Bari), di Orsara (Foggia) e di Monopoli (Bari)".

"Di fronte ad una situazione esplosiva denunciata più volte in Parlamento, soltanto di recente il Governo ha deciso di intervenire, dichiarando lo stato di emergenza. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Ma prima di procedere a stanziamenti ed appalti per la realizzazione di nuovi istituti di pena - auspica l'on. Rubinato - il ministro Alfano provveda a spostare i detenuti dalle carceri sovraffollate (dove spesso sono reclusi in condizioni disumane) agli istituti non utilizzati o quasi deserti e a disporre le necessarie misure per aprire ed avviare gli istituti penitenziari costruiti e mai entrati in funzione".

Nell'interrogazione parlamentare, inoltre, l'on. Rubinato chiede al ministro di censire gli istituti penitenziari esistenti mai entrati in attività, capire le motivazioni che hanno portato al loro mancato utilizzo e valutare i costi sostenuti per la realizzazione e le spese che si rendono ora necessarie per garantirne l'effettivo impiego nel sistema carcerario. "Il Parlamento e i cittadini - conclude la parlamentare trevigiana - debbono sapere come sono stati impegnati i soldi pubblici, se ci sono stati sprechi e di chi sono le eventuali responsabilità. Lo stato di emergenza deciso dal Governo deve essere gestito con la massima trasparenza".

 

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pubblicata il 02 febbraio 2010

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