Zaia: “Ore cruciali per l'autonomia Scontro con Nugnes" - Il Gazzettino

07 febbraio 2019

LA TRATTATIVAVENEZIA Direttamente da Bruxelles, dove ieri ha inaugurato i nuovi uffici di Unioncamere nella sede della Regione, Luca Zaia sprizza ottimismo: «Sull'autonomia siamo alle ore cruciali». Ma da Napoli rimbalzano gli echi di nuove resistenze all'intesa, tra Confindustria-Università Federico II che fissa alcuni paletti e la senatrice pentastellata Paola Nugnes che pianta nuove grane, perlomeno agli occhi di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Ma intanto la scadenza del 15 febbraio si avvicina e così trapela che a Roma i tecnici del Governo e delle Regioni sono impegnati in sessioni pressoché no-stop nella stesura dell'atto che dovrà essere approvato da Palazzo Chigi.IL SUDConferma al riguardo lo stesso Zaia: «Il ministro Stefani sta facendo un ottimo lavoro. Si stanno chiudendo tutti i ragionamenti rispetto alle indicazioni del ministeri e i miei tecnici, così come quelli di Lombardia ed Emilia Romagna, stanno scrivendo insieme al ministero la bozza definitiva da sottoporre al Consiglio dei ministri». Ma a quanto pare gli Industriali della Campania contano ancora sulla possibilità di correggere il testo dell'accordo, proponendo insieme ad un gruppo di accademici sette punti «perché l'autonomia sia ben realizzata»: rapido avvio del processo di riconoscimento delle competenze in base al principio del trasferimento finanziariamente neutrale delle risorse; contestuale definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni; previsione di un sistema di monitoraggio pubblico affinché il Governo possa tempestivamente sostituirsi alle Regioni a tutela degli stessi Lep; ruolo esplicito del Parlamento sia per il monitoraggio degli effetti sia per effettuare le modifiche necessarie; rimozione del dimezzamento del target perequativo; erogazione di risorse collegata alla puntuale verifica dell'efficienza della spesa; recupero della potestà statale di indirizzo per le materie nevralgiche per lo sviluppo economico nazionale. In un'intervista al Mattino di Napoli in edicola oggi, al riguardo Zaia si mostra conciliante: «Vi leggo un atteggiamento positivo che parte dall'assunzione di responsabilità. In questa storia qualcuno al Sud si era arroccato in un atteggiamento di irresponsabilità. Adesso finalmente si dice che l'autonomia si può fare».IL BATTIBECCOMa non così facilmente, secondo la grillina Nugnes, protagonista dell'ennesimo battibecco con il leghista Zaia. «Non basta la Costituzione così come è stata modificata nel 2001, bisogna rimettere mano ad una riforma costituzionale più consistente e strutturale, di cui tutti dobbiamo prendere atto e coscienza», afferma la senatrice, condividendo le proposte di Confindustria su Lep e perequazione. Replica di Zaia: «Nugnes ignora che le Regioni sono uguali sulla carta e diverse, da sempre, nei fatti. E trascura di mettere a confronto il livello delle tutele di cui usufruiscono i cittadini di talune regioni, ad esempio del Veneto, e i cittadini di altre, ad esempio della regione in cui lei vive. Vuole cambiare la Costituzione vigente? Chissà se di Maio lo sa». Nel dibattito interviene anche l'ex parlamentare dem Simonetta Rubinato, oggi presidente di Veneto Vivo e convinta autonomista: «Qui dopo oltre vent'anni di promesse ci si è un po' stancati di far le nozze con i fichi secchi e si aspetta che arrivi finalmente un piatto a tavola. Sì, perché, a differenza di quello che ha detto Nugnes, non c'è il caviale nelle mense dei bambini del Veneto, anzi». L'esponente del M5s però fa spallucce e rilancia: «Zaia stia più attento e ascolti. Per trasformare lo Stato italiano in uno Stato federale, come dice lui, serve una riforma costituzionale strutturale». IL FEDERALISMO A proposito di federalismo, anche il vicepresidente della commissione bicamerale Vincenzo Presutto, altro esponente del Movimento 5 Stelle, è perentorio: «Non potremmo accettare un quadro di autonomie all'interno del quale le funzioni vengono attribuite in base a fabbisogni standard strettamente legati alle capacità fiscali del territorio che chiede quelle funzioni. Questo rischierebbe di cristallizzare, per non dire accentuare, i divari interni al Paese. I diritti garantiti, in altri termini, non possono essere commisurati alla ricchezza dei territori». Angela Pederiva


pubblicata il 07 febbraio 2019

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