Pillole socio-politiche - Maggio 2010

Domenica 30 maggio 2010

Coppieri e libertà

Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che glie ne versano quante ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, son dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani.
In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno.
In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia.
(Platone, 427 – 348 a. C. – La Repubblica, libro VIII)


Mercoledì 19 maggio 2010

Semplicità

Parola chiave ed essenziale della vita e della politica. Usiamo gli occhiali della semplicità per osservare i fenomeni più importanti della vita. Non pensi che se usassimo sempre questi occhiali nelle cose che facciamo ci avvicineremmo di più ai bisogni dell’uomo ed al bene comune?

 


Venerdì 14 maggio 2010

Immigrazione: sì alla cittadinanza breve, ma solamente per i bambini

Nell’ultimo sondaggio di Quaeris, commentato all'interno della trasmissione "Promesse & Fatti", i cittadini del Triveneto hanno espresso la propria opinione sul tema dell’immigrazione e sulla possibilità per gli stranieri di ottenere la cittadinanza italiana in tempi ridotti.

L'auspicio del presidente della Camera, Gianfranco Fini, di giungere presto a concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati, ovvero a tutti i bambini nati in Italia o arrivati piccolissimi nel nostro Paese che non abbiano ancora compiuto i 18 anni,vede concorde la maggioranza degli intervistati, che per l’88,0% ha dichiarato di essere favorevole ad una simile iniziativa.



Posizione più prudente, invece, espressa dai cittadini del Nord Est rispetto alla possibilità di diminuire i tempi obbligatori di residenza in Italia per richiederne la cittadinanza: il 64,0% dei rispondenti preferisce che la normativa attuale in materia non sia modificata, esprimendo disaccordo rispetto alla possibilità di ridurre il tempo di residenza obbligatorio da 10 a 5 anni.


Il campione di intervistati si è dimostrato largamente favorevole (per l'85,0%) all’introduzione di appositi percorsi formativi obbligatori per gli immigrati stranieri intenzionati ad ottenere la cittadinanza italiana, quali un corso di lingua italiana e di educazione civica. 

La condivisione dei valori della nostra cultura, unitamente alla necessità di non commettere reati sono gli elementi che, a parere dei rispondenti, dovrebbero essere osservati con particolare attenzione da chi decide di diventare italiano: per l’87,1% delle persone sondate il loro mancato rispetto dovrebbe comportare la revoca della cittadinanza acquisita.



Un sostanziale accordo è stato espresso, infine, rispetto alla recente dichiarazione del sindaco di Milano, Letizia Moratti, secondo la quale «i clandestini che non hanno un lavoro regolare normalmente delinquono»: l’esistenza di uno stretto legame tra clandestinità, disoccupazione e delinquenza è stata negata solamente dal 25,0% dei cittadini intervistati.

CONSULTA IL REPORT COMPLETO DELL'INDAGINE QUAERIS »


Martedì 4 maggio 2010

I cittadini veneti favorevoli alla riapertura delle case chiuse

Un'indagine compiuta da Quaeris, commentata nel corso del programma televisivo “Promesse e Fatti” in onda su Antenna Tre ha chiesto ai cittadini Veneti di esprimere la loro opinione a riguardo tema della prostituzione.

Un recente servizio delle Iene, il programma di Italia Uno, ha riportato in auge l’immagine della Treviso dai costumi allegri, grazie all’intervista ad una nota maitresse di una casa chiusa del centro. La donna ha affermato che “molti politici la pensano come me e si sono dichiarati contrari all’eliminazione delle case chiuse”. A riguardo di ciò, il 68,9% degli intervistati si dichiara favorevole alla loro reintroduzione e solo il 13,1% è contrario/a.

Treviso è salita alla ribalta della cronaca nazionale negli ultimi anni per episodi dal carattere boccaccesco: prima l’apertura del sindaco Gentilini alle case chiuse, poi l’episodio della nonna che ha rivelato pubblicamente il suo carattere libertino, e da ultimo il blitz delle Iene.  A riguardo di ciò, il 50,1% degli intervistati ritiene che l’immagine proiettata dai mass media sui trevigiani sia reale mentre il 5,1% ritiene che ci siano delle esagerazioni (il 44,8% non si esprime a riguardo).

Sul tema specifico della prostituzione, il 77,0% degli intervistati ritiene che essa non sia da condannare se è una scelta di chi si prostituisce: l’8,6% inoltre non ritiene il fenomeno condannabile in ogni caso, mentre soltanto il 14,4% è di parere opposto (“la prostituzione è sempre da condannare”). La misura più efficace per combattere il fenomeno della prostituzione secondo il 65,3% è la riapertura delle case chiuse e/o la creazione di quartieri a luci rosse, a conferma del fatto che gli intervistati si dichiarano favorevoli ad una loro reintroduzione: questa è seguita dall’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine (28,8%) e dall’inasprimento delle sanzioni contro i clienti (5,9%). Secondo l’89,2% degli intervistati infine, la Legge dovrebbe punire i protettori – sfruttatori e per il 10,8% dovrebbero essere puniti i clienti.

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