Newsletter Speciale Sindaci ed Amministratori Locali - Luglio 2010

Edizione speciale Amministratori Locali - 10 Luglio 2010



Gentili colleghi e colleghe,

faccio seguito alla mia precedente newsletter per aggiornarvi su due provvedimenti legislativi in discussione in Parlamento che riguardano molto da vicino anche i nostri Comuni.

Carta delle Autonomie Locali

montecitorio2.jpgLa Camera ha approvato mercoledì 30 giugno il disegno di legge concernente “Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell’ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative”. Il provvedimento, meglio noto come Carta delle Autonomie Locali, è passato ora all’esame del Senato.
Si tratta di un testo normativo che era molto atteso da quanti, come noi, sono impegnati quotidianamente nell’amministrazione di Enti Locali. Debbo purtroppo evidenziare con grande rammarico che le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno sprecato l’occasione di dare finalmente attuazione alla tanto auspicata definizione del ruolo e delle funzioni delle autonomie locali, nonchè alla razionalizzazione dei vari livelli di governo territoriale. Come avrete modo di verificare voi stessi, il Testo 3118 votato dalla Camera (clicca qui) è stato invece svuotato di quasi tutti i contenuti innovatori.

In tal senso significativo è l'art. 1, comma 4, inserito nel testo approvato con un emendamento della maggioranza, il quale sospende le funzioni fondamentali degli Enti Locali individuate dalla stessa Carta delle Autonomie fino all'attuazione del federalismo fiscale, limitandole a quelle previste nella legge delega del federalismo per la fase transitoria (che potrebbe durare 5, ma anche 10 anni), prevedendone la copertura con l'80% delle risorse oggi previste nei bilanci degli Enti Locali (il comma 4 dell’art. 1 rinvia infatti alla disciplina transitoria prevista dall'art. 21 della legge delega n. 42 per l'attuazione del federalismo fiscale). Peraltro tale sospensione è già in vigore, in quanto è stata inserita dal Governo al comma 27 dell’art.14 del DL n. 78/2010 (cosiddetta manovra correttiva) attualmente in discussione al Senato, per cui già ora non sono più considerate tra le funzioni fondamentali dei Comuni la cultura, lo sport, la promozione del turismo e dello sviluppo locale (leggi a tal proposito l'articolo pubblicato su Il Gazzettino del 21 giugno scorso).

Significativa in tal senso è stata altresì l'approvazione dell’emendamento 13 bis.07, proposto dal Pd, ma passato anche con il voto unanime di Pdl, Lega e Idv, che di fatto rinvia ulteriormente la razionalizzazione delle Prefetture, che io invece auspicavo (leggi il mio comunicato stampa in merito). Un emendamento, sul quale, assieme a pochi altri deputati del Pd, a quelli dell’Udc e dell’Api, mi sono astenuta (leggi la dichiarazione di voto). Con l’approvazione di questo emendamento (ora inserito nell’art. 15 del testo approvato) si introduce infatti per la prima volta nella legislazione italiana un principio che fino ad oggi era soltanto prassi, ovvero che in ciascuna Provincia debba esserci anche la sede di una Prefettura. In futuro, dunque, per abolire una Prefettura bisognerà prima sopprimere la relativa Provincia, mentre fino ad oggi la riorganizzazione delle Prefetture poteva essere realizzata in via amministrativa, senza bisogno di modificare norme legislative! Purtroppo con voto bipartisan, pur in un momento di grave crisi economica, la politica ha dimostrato ancora una volta l’incapacità di fare scelte necessarie e non più procrastinabili per la riorganizzazione della macchina pubblica e la riqualificazione della spesa. E pensare che tale circostanza è uscita in modo positivo sulla stampa (leggi il comunicato dell’Ansa del 29 giugno scorso).

Un altro argomento, sul quale sono intervenuta presentando alcuni emendamenti, riguarda gli ulteriori controlli interni introdotti negli enti locali (vedi artt. 24 e 25 del testo approvato in allegato). Le nuove norme penalizzano ancora una volta chi gestisce correttamente i bilanci, introducendo vincoli tali da rallentarne la capacità di gestione, senza incidere concretamente laddove vi è cattiva gestione. Anche perché non è stata introdotta alcuna reale sanzione. Inoltre, affidando ai tecnici dell’Ente locale sopra i 5.000 abitanti anche il controllo delle società partecipate si aggravano i nostri Comuni di nuovi oneri e si rende ancor più pesante il carico burocratico e le responsabilità personali che già gravano sui responsabili dei servizi finanziari dei nostri Enti. Infine, con queste norme si svilisce ulteriormente il ruolo degli amministratori locali, verso i quali il legislatore dimostra una totale sfiducia. E pensare che si doveva trattare di una Carta che rafforzava le autonomie locali!


Manovra correttiva

 

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Il DL 78/2010 (clicca qui) avrebbe dovuto essere approvato già questa settimana dal Senato, mentre, arriverà in Aula solo martedì 13 luglio, per poi passare alla Camera, dove la discussione in Assemblea è prevista a partire dal 26 luglio previo esame in Commissione Bilancio. Ricordo che la scadenza per la conversione del decreto è prevista per il 30 luglio.

Il relatore di maggioranza sen. Azzolini (sindaco di Molfetta) ha presentato degli emendamenti il 30 giugno e degli ulteriori emendamenti il 7 luglio (insieme ad altri del Governo). Le modifiche proposte non apportano alcun miglioramento per i nostri Comuni. Il peso della manovra continuerà a gravare sulle spalle dei poco più 2.400 Comuni (il 30% degli enti locali) già sottoposti a Patto di Stabilità. Unica novità prevista è il rinvio della definizione della ripartizione dei tagli alla Conferenza Stato-Città ed Autonomie Locali, secondo criteri che tengano conto della adozione di misure idonee ad assicurare il rispetto del patto di stabilità interno, della minore incidenza percentuale della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente complessiva e del conseguimento di adeguati indici di autonomia finanziaria, che peraltro ritengo si riveleranno inefficaci (vedi l'emendamento Relatore 14.1000 tra quelli del 30 giugno). In caso di mancata deliberazione in Conferenza entro il termine di 90 giorni (ipotesi assai probabile, perché sarà difficile che parte dei Comuni ammettano di essere meno virtuosi di altri) sarà un decreto del Ministero dell’Interno a definire la questione. E' confermato altresì che i tagli riguardano non soltanto i trasferimenti erariali “storici”, ma anche i trasferimenti relativi alla compensazione dell’Ici.

Le vere novità sono state introdotte con gli emendamenti 8.2000 e 14.3000 del relatore presentati il 7 luglio, novità che suonano come l’ennesima beffa per il Nord e i nostri Comuni. E’ un ulteriore regalo fatto al Comune di Roma che si va ad aggiungere ai 1.500 milioni già erogati sin qui e ai 300 milioni garantiti ogni anno (a decorrere dal 2011 fino al 2046…) dal comma 14 dell’art.14 DL 78/2010. Con l’emendamento 8.2000 (vedi gruppo emendamenti presentati dal relatore il 7 luglio) si istituisce infatti a decorrere dal 2011 un ulteriore fondo di 50 milioni per “agevolare il piano di rientro dei Comuni per i quali sia stato nominato un Commissario straordinario”. Sarà poi il Ministero dell’Economia a stabilire le modalità di utilizzo del fondo, ma è opinione certa e diffusa che i 50 milioni finiranno tutti alla Capitale (leggi a riguardo l'articolo di Libero dell'8 luglio scorso). Ma c’è molto di più: con l’emendamento 14.3000 (vedi emendamenti del relatore del 7 luglio), si esonera Roma dal rispetto del patto di stabilità (vedi punto f, che modifica il comma 16 dell’art. 14) concedendole di concordare entro il 31 dicembre di ciascun anno con il Ministero dell’Economia le modalità e l’entità del proprio concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica. Insomma la si trasforma in un’altra Repubblica di San Marino! Sempre con lo stesso emendamento (vedi punto d, che modifica il comma 15 dell’art. 14) si istituisce un altro misterioso fondo con una dotazione di 200 milioni di euro a decorrere dal 2011. Il modo equivoco con cui è stata scritta questa norma induce a ritenere che si tratti di un'ulteriore elargizione a favore di Roma capitale e non del fondo in cui debbano confluire le maggiori entrate del Comune di Roma dovute all’aumento dell’addizionale comunale e dell’addizionale commissariale per i passeggeri dell’aeroporto di Fiumicino. Inoltre il punto a) dell'emendamento 14.3000, che modifica il comma 13 dell'art. 14, prevede che i maggiori finanziamenti, necessari per coprire il debito di Roma capitale, saranno decisi dal commissario straordinario attraverso la stipula di un contratto di servizio, previa approvazione del Tesoro. "L'ammontare - ha spiegato Azzollini - viene stabilito da un commissario e nasce dall'idea che sia difficile fare una stima" delle risorse necessarie. Secondo il relatore, "il commissario accerta quanto è il debito e poi stipula un contratto di servizio che serve per stabilire i finanziamenti. Quindi l'importo sarà definito di volta in volta". Insomma le richieste di Alemanno sono state tutte soddisfatte. In questo modo il Presidente del Consiglio, preoccupato della tenuta della sua maggioranza dopo il gelo con Fini, si è assicurato il sostegno degli ex An per il voto di fiducia sulla manovra.

Un’ultima segnalazione merita l’emendamento 8.2000 (vedi emendamenti del 7 luglio), che apporta anche delle modifiche all’art. 28-ter del Dpr 602/73: le aziende che hanno crediti verso le Regioni, gli Enti locali e quelli sanitari possono compensare queste somme con “le somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo” anche per imposte statali e contributi previdenziali. Ciò comporta che se l'azienda compensa i propri crediti di fornitura verso gli enti locali con i debiti per imposte o contributi già iscritti a ruolo, l'ente locale dovrà pagare l'agente di riscossione entro 60 gg, pena la riscossione coattiva. Ciò costringerà i Comuni ad esborsi finanziari non programmati né programmabili, con ripercussioni negative anche sulla capacità stessa di rispettare i vincoli di spesa imposti dal Patto di stabilità. Un ulteriore beffa per i Comuni: da un lato viene loro impedito di pagare con le proprie risorse le imprese, dall’altro si troveranno a doverle usare per saldare la riscossione coattiva!

Credo che tutti noi condividiamo la grande preoccupazione di amministrare i nostri Comuni se queste norme entreranno in vigore, unitamente a quelle già entrate in vigore che prevedono tagli draconiani dei trasferimenti in via preventiva, oltre che come sanzione per lo sforamento del patto di stabilità (vedi testo DL 78/2010 ai commi 1, 2, 3 dell'art. 14). E non ci tranquillizzano per niente le rassicurazioni dei colleghi della maggioranza che affermano che basta attendere il decreto sull’autonomia impositiva degli Enti Locali (vedi articolo del Corriere del Veneto del 4 luglio scorso) previsto dalla riforma del federalismo (consulta sul tema l'articolo di Tito Boeri pubblicato su La Repubblica del 3 luglio scorso), che ci consentirà di manovrare la leva fiscale per colmare le minori entrate. Non ci stiamo a fare gli sceriffi di Nottingham!
Per questo, inoltre, ritengo del tutto insoddisfacente l’accordo che in data di ieri è stato concluso tra Anci e Ministero del Tesoro (leggi in merito il relativo comunicato stampa dell'Anci ed il mio comunicato pubblicato in data odierna). Mi viene da dire: “Un tavolo (l’ennesimo tavolo) non si nega a nessuno!”. Ben magro risultato, che è ridicolo considerare un passo in avanti, tanto meno verso il federalismo responsabile.




Cordiali saluti
Simonetta Rubinato


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