Newsletter n. 85 Speciale Immigrazione - Aprile 2011

Newsletter Speciale Immigrazione - 13 Aprile 2011


Carissime amiche e amici,

emergenza_lampedusa.jpgin questi giorni, purtroppo, stiamo assistendo all’incapacità del Governo di Centro Destra di gestire l’emergenza dei profughi e degli immigrati provenienti dall’Africa, e in particolare dalla Tunisia. Il ministro dell’Interno Maroni è costretto a continue capriole pressato dai suoi doveri istituzionali e dalle pressioni che gli vengono dal suo partito, preoccupato per gli effetti che questa vicenda potrà avere sul voto amministrativo del prossimo 15 maggio. Lo smacco politico-diplomatico che il ministro Maroni ha subito lunedì al termine del Consiglio europeo convocato a Lussemburgo la dice lunga sulla credibilità di cui gode il nostro Governo all’estero. Maroni, che ha riferito da ultimo sulla vicenda martedì 12 aprile scorso alle Commissioni Esteri e Affari Costituzionali della Camera riunite, non può stupirsi per il diniego ricevuto alla richiesta di aiuto, quando per anni la Lega ha lanciato slogan antieuropeisti associandosi al messaggio xenofobo delle destre europee che ora stanno condizionando le scelte dei loro governi. Del resto la risposta ‘lavativa’ di Sarkozy e della Merkel ha lo stesso significativo del “non ne vogliamo sapere nulla” che il segretario provinciale della Lega di Treviso Da Re ha intimato ai sindaci della Marca invitandoli a non collaborare in alcun modo con il Prefetto di Treviso per l’eventuale accoglienza di qualche immigrato.

Come ha ricordato il collega Emanuele Fiano in Aula giovedì 7 aprile, dopo la precedente informativa del ministro Maroni, il Governo ha affrontato l’emergenza profughi con grave ritardo provocando così la ribellione di Lampedusa che ha costretto il presidente del Consiglio Berlusconi a volare per ben due volte verso l’isola e a promettere di acquistar casa nella speranza di sedare gli animi. Eppure basterebbe che il Centro Destra recepisca la direttiva europea sui rimpatri per affrontare meglio l’emergenza attuale. Ma proprio per i veti posti dalla Lega il provvedimento giace ancora in Parlamento. Accanto alla forte critica al Governo, non possiamo comunque non rilevare che anche gli altri Stati europei non ci fanno una gran bella figura e che dovrebbe essere ascoltato l’appello del Presidente Napolitano che ha ammonito l'Europa a parlare con una sola voce.

Di fatto l’incapacità del Governo di gestire i flussi che arrivano dall’Africa non è solo un problema legato all’emergenza, ma è anche la conseguenza della scelta del Governo Berlusconi di tagliare pesantemente i fondi per la cooperazione internazionale e gli aiuti allo sviluppo contro la povertà, oltre che della politica migratoria miope e sbagliata messa in atto nel corso degli ultimi dieci anni dalla maggioranza di Centro Destra. Come denunciato dal collega Andrea Sarubbi, al di là degli obiettivi di partenza che ciascun Paese si prefigge nella gestione dei flussi migratori, nessun Paese (compresi Stati Uniti, Germania e Svizzera) è riuscito finora ad impedire che l’immigrazione temporanea si trasformasse in stanziale. Un dato questo che dimostra come sia più che mai necessaria una seria politica migratoria, soprattutto per un Paese, l’Italia, affacciato sul Mediterraneo, facile approdo per migliaia di disperati che sfuggono dalla miseria e dalle guerre del continente africano. Invece assistiamo anche in questi giorni in cui l’emergenza umanitaria ha messo a dura prova Lampedusa e altre aree del Sud (ma presto toccherà anche al Nord) ad un gioco elettoralistico a poliziotto buono-poliziotto cattivo di Maroni e Bossi che, come ha denunciato il collega Jean Leonard Toudi, è fin troppo facile da decifrare: peccato che il poliziotto buono sia anche incapace e l’altro abbini la cattiveria all’idiozia.

Come ha ricordato Gian Antonio Stella, riprendendo le parole di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, è pacifico che “esistono dei limiti nell’accoglienza”, ma non si può aggiungere “al rifiuto, che già vivono come una ferita (coloro che si vedono respinti), l’insulto, il disprezzo, l’odio (chiaro riferimento alla deplorevole battuta di Bossi ‘foera di ball’)”. Sono le contraddizioni a cui ci ha abituato questo Governo di Centro Destra che propone una legge sul fine vita per affermare la necessità di non privare una persona malata dell’alimentazione e dell’idratazione, ma che poi appare quasi indifferente davanti alla notizia di 250 disperati morti a bordo del barcone ribaltatosi nel canale di Sicilia. Non sono anche queste vite umane che meritano il medesimo impegno nel prestare loro soccorso?

La realtà da cui non possiamo sfuggire – piaccia o no – è che l’Italia ha bisogno dell’immigrazione. Anche in questo periodo di crisi. I dati Istat riferiti al periodo fine 2007/2010 attestano un boom dell’occupazione di immigrati in Italia. Un fenomeno che, secondo Luca Ricolfi è noto agli studiosi, ma in forte contrasto con le credenze diffuse nel mondo politico e nei media. La spiegazione, sempre secondo Ricolfi, è semplice e chiara: sul versante del mercato del lavoro il problema dell’Italia – oggi - non è di essere invasa dagli stranieri, ma di essere più adatta agli stranieri che agli italiani. Il nostro guaio non è che gli stranieri ci portano via il posto di lavoro, ma che continuiamo a creare posti che né noi, né i nostri giovani sono disposti ad occupare. Per questo è necessaria una politica economica che miri ad una "via alta" di nuovo sviluppo del Paese, così come è urgente attuare una nuova politica migratoria a partire dalla gestione dei flussi di ingresso che, come proposto dal Partito democratico nell’assemblea nazionale di Varese e più di recente alla Prima Conferenza Nazionale sull’immigrazione, punti ad un sistema che non sia più affidato a meccanismi casuali (come il click day), ma a criteri di valutazione dei profili lavorativi. Invece, come ha spiegato il collega Zaccaria nel suo intervento alla conferenza nazionale, oggi accade l’esatto contrario con i “decreti flussi” annuali, gestiti dal Governo al di fuori di una seria programmazione degli ingressi e diventati quindi una vera e propria ‘sanatoria’ discrezionale.

Nell’anno 2010 i flussi di lavoratori extracomunitari non stagionali sono stati determinati con un DPCM del 30 novembre che ha fissato in 98.080 le unità ammesse e stabilito all’art. 2 la ripartizione secondo nazionalità di provenienza. A questi vanno aggiunte le 6.000 unità già previste dal DPCM del 1^ aprile 2010. E’ significativo tener presente che le domande pervenute alle Province erano di gran lunga superiori: 392.310 (324.709 per lavoro domestico e subordinato e 60.983 per colf e badanti) a livello nazionale contro i 98.080 posti concessi (in Veneto 47.386 di cui 8.028 nella provincia di Treviso). Con successive circolari del Ministero del Lavoro del 1/02/11 e del 21/02/11 si è provveduto, nel corso del 2011, ad attribuire i lavoratori nelle diverse regioni assegnandone nella prima occasione 2.133 al Veneto (di cui 265 alla provincia di Treviso) e poi 366 (di cui 44 a Treviso). Al decreto annuale si affianca il DPCM con cui il Governo stabilisce i flussi di lavoratori extracomunitari stagionali. Quello firmato dal Presidente Berlusconi il 17 febbraio scorso e relativo all’anno in corso fissa in 60.000 unità gli ulteriori lavoratori ammessi provenienti da questi paesi: Serbia, Montenegro, Bosnia, Macedonia, Filippine, Kosovo, Croazia, India, Ghana, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Ucraina, Gambia, Niger e Nigeria, Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia ed Egitto. Con la circolare del Ministero del Lavoro del 21 marzo scorso sono state attribuite territorialmente le quote di lavoratori extracomunitari stagionali: al Veneto ne sono assegnati 7.400, di cui 200 alla provincia di Treviso.

Ma com’è la situazione nel Nord Est e in particolare nella provincia di Treviso? Il rapporto della Fondazione Nordest del marzo scorso, basato sui dati anagrafici dei residenti e sui dati su permessi di soggiorno (Istat e Ministero Interni), parla di oltre 700.000 stranieri a fine 2009, 480.616 nel Veneto (di cui 361.628 extracomunitari, il 9,8% rispetto alla popolazione). I cittadini stranieri residenti in provincia di Treviso, secondo i dati del rapporto 2009 Anolf-Caritas-Servire, sono 99.095 (l’11,2% sulla popolazione totale), o meglio 105.041 se si includono anche i domiciliati. La Romania è la prima nazionalità presente nella Marca, seguita da Marocco e Albania.

Di fronte a un tale fenomeno migratorio, che l’emergenza umanitaria scoppiata nei paesi nord-africani ha riproposto con urgente evidenza all’agenda politica italiana, appare chiaro come sia necessario uscire dalla gestione politica di stampo “elettoralistico” che ha caratterizzato i governi di Centro Destra ad una che punti a ripristinare gli aiuti allo sviluppo dei Paesi di provenienza insieme ad un nuovo sistema di regolazione dell’ingresso degli immigrati nel nostro Paese. Unico modo, questo, per porre dei limiti al fenomeno e nello stesso tempo far in modo che si tratti di un’immigrazione utile all’Italia. Il Partito Democratico vuole fare la sua parte e per questo nella recente Conferenza Nazionale sull’immigrazione ha proposto '10 chiavi per una nuova città della convivenza', tra cui: inclusione dei nuovi italiani nelle liste elettorali, giunte comunali e commissioni di lavoro; estensione del servizio civile volontario ai giovani immigrati; lingua, cultura italiana ed educazione civica; tavolo permanente di dialogo con le comunità religiose.

Su questi temi avevo già avanzato alcuni spunti di riflessione con due interventi pubblicati da Il Gazzettino, uno nel settembre 2009 (che partiva dall’analisi delle dinamiche demografiche del Nordest) e l’altro del 21 gennaio 2010 (che prendeva spunto da un sondaggio sul riconoscimento del diritto al voto agli immigrati).

Nella speranza di avervi offerto degli utili spunti di analisi e riflessione, disponibile ad accogliere vostre osservazioni in merito, vi saluto cordialmente.


Simonetta Rubinato





Errata Corrige agenda Newsletter n. 84 - 9 Aprile 2011:

Sabato 16 aprile 2011

Quarto d'Altino (VE), ore 19.00 - Partecipazione alla presentazione della candidata Sindaco Silvia Conte e della sua lista civica

Conegliano (TV), ore 17.00 - Partecipazione alla presentazione del candidato del collegio provinciale per il Pd, Carlo Feltre

Roncade (TV), ore 18.15 - Partecipazione alla 1^ festa Provinciale dello Sport organizzata dall’U.S. Acli presso gli impianti sportivi in via Vivaldi

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