Su Tasi e stazioni uniche appaltanti il Governo accoglie i nostri ordini del giorno
Gentile Presidente, caro Vigilio,
colgo l'occasione della conversione in legge del decreto n. 66/2014 "Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale" (contenente il bonus Irpef di 80 euro in busta paga per i lavoratori dipendenti e assimilati), avvenuta questa settimana alla Camera, per aggiornarti sulla mia attività parlamentare di interesse per i nostri Comuni, anche alla luce della tua comunicazione del 3 giugno scorso, di cui ti ringrazio.
La decisione del Governo di apporre la fiducia sul provvedimento per evitarne la decadenza - essendo pervenuto alla Camera solo in prossimità della scadenza dei sessanta giorni - ha costretto noi deputati a votare un testo blindato, su cui solo il Senato ha potuto intervenire.
Ho dovuto pertanto 'accontentarmi' dell'accoglimento da parte del Governo di un mio ordine del giorno su un tema sollecitato anche dal territorio, ovvero l'entrata in vigore il 1^ luglio dell'obbligo per i Comuni di avvalersi di stazioni uniche appaltanti per l'acquisizione di beni, servizi e lavori, scadenza che sta creando forti preoccupazioni tra gli amministratori per il concreto rischio di provocare una paralisi nell'erogazione dei servizi ai cittadini. L'ordine del giorno - nelle cui premesse spiego come sia necessario ‘correggere il tiro' per evitare conseguenze distorte rispetto alla ratio della norma stessa -, impegna il Governo a esplicitare la possibilità per i comuni di utilizzare (oltre all'accordo consortile) lo strumento meno costoso e più snello della convenzione tra enti, di mantenere la possibilità dell'acquisizione autonoma di lavori, servizi e forniture tramite affido diretto, purché per importi inferiori ai 40 mila euro, nonché a prevedere una procedura e tempistica attuative che consentano agli enti di adeguarsi alla nuova normativa senza pregiudicare l'erogazione dei servizi e i lavori necessari ad es. alle manutenzioni (leggi il testo dell'ordine del giorno).
Su questo tema avevo predisposto naturalmente anche una proposta emendativa (all'art. 9, comma 4: cliccando qui trovi, nell'ordine il testo della norma, la scheda di lettura predisposta dal Servizio Studi ed il testo del mio emendamento), caducata tuttavia dall'apposizione della fiducia sul testo uscito dal Senato.
Ho presentato inoltre altri tre emendamenti.
Due relativi all'art. 4, comma 12-quater, introdotto al Senato (clicca qui per leggere il testo della norma, la scheda di lettura della Camera e le mie proposte emendative), norma che - su richiesta dell'Anci - ha disposto il rinvio al 16 ottobre della scadenza della prima rata della Tasi solo per i comuni che non hanno pubblicato le delibere entro il 23 maggio scorso. Ho cioè proposto nuovamente (come avevo già fatto in precedenza nell'aprile scorso in occasione della conversione del decreto legge n. 16/2014, con un mio emendamento che potete consultare cliccando qui) di stabilire esplicitamente per legge la non applicabilità delle sanzioni ed interessi nel caso di mancato o insufficiente versamento della prima rata della Tasi entro il 16 giugno per i contribuenti dei Comuni che hanno pubblicato nei tempi previsti le delibere di approvazione delle aliquote e delle detrazioni. Abbiamo ottenuto in tal senso un impegno del Governo, che ha accolto l'ordine del giorno presentato dal collega Fragomeli e dalla sottoscritta (leggi il testo dell'ordine del giorno). Su questo specifico oggetto avevamo con i colleghi Fragomeli e Causi presentato la settimana precedente anche un'interrogazione al Governo, di cui vi allego anche la risposta in commissione Finanze (clicca qui).
Infine, ho presentato un emendamento all'art. 47, comma 9, lettera a) sulla base della Vostra proposta, proponendo che il contributo alla finanza pubblica richiesto ai comuni (360 milioni di euro per il 2014 e 540 milioni per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017) venga operato non più in modo lineare, ma considerando finalmente la diversa situazione degli enti che hanno spesa storica superiore al fabbisogno standard a vantaggio di quelli che invece hanno una spesa storica uguale o inferiore al fabbisogno standard, come è per la maggior parte dei nostri comuni veneti. Allego anche dell'art. 47 il testo della norma, la scheda di lettura della uffici della Camera e la mia proposta emendativa (clicca qui per consultare i documenti).
Infine allego il link ai miei comunicati di questi due mesi anche sui predetti argomenti (clicca qui), da cui si evince la mia opinione critica sul fatto che le tematiche relative ai comuni continuino ad essere affrontate in modo centralistico ed iniquo. Del resto il Governo, riconoscendo come unico interlocutore nella trattativa con gli enti locali l'Anci nazionale, si limita ad accogliere le richieste più pressanti avanzate dalla predetta, piuttosto che quelle presentate in sede parlamentare. Segnalo che il Vice Ministro Morando, con il quale mi sono a lungo confrontata per sostenere gli argomenti di cui ai miei emendamenti, mi ha obiettato che il taglio ai comuni di cui all'art. 47 non si può definire lineare in quanto, in forza di quanto disposto al comma 10 dell'art. 47, sarà operato con i criteri stabiliti al comma 9 solo in mancanza di indicazione di diversi criteri, per ciascun comune, da parte della Conferenza Stato-città ed autonomie locali entro il 30 giugno per il 2014 ed entro il 31 gennaio per gli anni successivi, sulla base di istruttoria dell'Anci, a invarianza di riduzione complessiva.
Ti segnalo, pertanto, come sia necessario ed urgente valutare l'opportunità di un'azione di pressing (o di lobby virtuosa) da parte dei nostri comuni affinché l'Anci si determini ad assumere come proprio il criterio dei fabbisogni standard (ormai disponibili, essendo come sai concluso il lavoro della Sose), sia pure in forme graduali, come peraltro proposto dalla stessa Associazione dei Comuni della Marca.
Nel ringraziarti per il prezioso supporto tuo e dei tuoi collaboratori, restando a disposizione per ogni eventualità, ti saluto cordialmente.
On. Simonetta Rubinato
|
|