Edilizia e burocrazia: i tempi eccessivi degli iter autorizzativi

In Fiera a Verona un  workshop promosso da Ance Veneto, in collaborazione con la rivista EST, per elaborare proposte e soluzioni ai tempi eccessivi degli iter autorizzativi nel settore edilizio

L'onorevole Simonetta Rubinato ha preso parte il 12 novembre scorso al workshop dal titolo "Edilizia e Burocrazia: i tempi eccessivi degli iter autorizzativi", incontro/dibattito promosso da Ance Veneto in collaborazione con la rivista EST - Edilizia Sviluppo Territorio, nell'ambito di Geo-oikos.
L'incontro, a cui hanno partecipato rappresentanti politici e tecnici della Regione Veneto, esponenti degli Enti Locali, giornalisti, imprenditori e rappresentanti del mondo bancario, ha avuto l'obiettivo di individuare proposte e soluzioni migliorative a una questione, quella dei tempi di autorizzazione per le opere di costruzione, che si pone come elemento di distinzione, in senso negativo, tra la realtà veneto/italiana e quella di altri Paesi europei e come elemento di ostacolo alla competitività delle imprese e alla capacità del nostro sistema di attrarre capitali di investimento dall'estero.

Sono 4 le proposte principali dell'onorevole Rubinato:

1) Velocizzare l'approvazione degli strumenti urbanistici: il Piano Casa forse non sarebbe stato necessario se la Regione fosse riuscita a licenziare i piani adottati dai Comuni nel rispetto dei termini di legge. A tal fine si potrebbero rendere perentori i termini previsti dalla legge o dagli accordi di copianificazione per la relativa approvazione, con il conseguente meccanismo del silenzio-assenso una volta scaduti i termini, salvo prevedere un breve periodo successivo (per es. di 60 gg.) per l'eventuale annullamento da parte dell'ente sovraordinato competente (regione o provincia, se delegata) di eventuali errori o incongruenze.

2) Velocizzare i tempi di autorizzazione dell'edilizia privata: si potrebbe pensare di prevedere con legge regionale l'applicazione in via generale l'istituto della DIA e del silenzio-assenso (sulla scia del Piano Casa), che oggi prevede il termine di 10 giorni per l'eventuale sospensione da parte del Comune in caso di necessità di integrazione di documenti e di 30 giorni per il privato per l'inizio dei lavori in caso di silenzio-assenso dell'amministrazione. Rilevo che in un Comune medio oggi il termine medio di rilascio di una autorizzazione edilizia è di circa 90 giorni, salvi i casi che richiedono particolari autorizzazioni o pareri.
Ma, affinchè la semplificazione costituita dalla generalizzazione della DIA non abbia in concreto anche degli effetti negativi, andrebbe accompagnata con un  rafforzamento della responsabilità professionale del tecnico incaricato dal privato di redigere la DIA, onerando il tecnico di una maggiore garanzia di competenza professionale, attraverso lo strumento della polizza fideiussoria utilizzato in altri Paesi.
Ciò comporta un cambiamento culturale da parte degli stessi professionisti, oggi abituati (e rassicurati) a ricorrere all'emissione da parte della PA di un parere o di un permesso a costruire che li esonera da responsabilità. Ad esempio, già oggi esiste lo strumento della c.d. superDia in caso di piani di lottizzazione o di strumenti urbanistici attuativi che contengano il disegno delle modalità costruttive degli edifici, eppure raramente questo strumento viene utilizzato dai professionisti.

3) Esigere questo cambiamento culturale e la responsabilizzazione dei tecnici incaricati dai privati richiede nello stesso tempo una serie di azioni virtuose da parte della pubblica amministrazione, quali:
- la semplificazione della normativa regionale di riferimento, con l'approvazione di un Testo Unico sull'Edilizia e sull'Urbanistica, nonchè di un Regolamento edilizio Tipo che preveda una omogeneità ed uniformità delle regole e delle procedure su tutto il territorio regionale (rispetto ai documenti necessari, ai tempi , al calcolo dei volumi, ecc.);
- la semplificazione amministrativa a livello regionale e locale, con la previsione espressa del divieto alla PA di richiedere agli utenti copie di documentazioni già in possesso della stessa amministrazione, nonchè la previsione che le certificazioni relative a prodotti, processi e impianti rilasciate agli utenti da enti e da società professionali abilitate sostituiscono la verifica della pubblica amministrazione; con l'attuazione di interventi di innovazione tecnologica (concordati con gli enti locali, le associazioni di categoria, gli ordini professionali) che ad es. assicurino la possibilità all'utente di accedere on line alla normativa chiaramente illustrata con informazioni il più possibile esaustive ed omogenee sul territorio regionale, come pure di presentare da casa o dall'ufficio alla PA le domande e la documentazione on line, come pure la successiva gestione on line della pratica; la costituzione di un Osservatorio sulla semplificazione a livello regionale per un confronto continuo e fattivo con tutti i soggetti interessati agli obiettivi della semplificazione; l'attuazione di  azioni di informazione  e formazione degli utenti in una proficua cooperazione tra pubblica amministrazione, associazioni di categoria e ordini professionali; il potenziamento dell'istituto della conferenza di servizi (anche on line) su richiesta del privato utente quando sia necessario acquisire più pareri o autorizzazioni; l'adozione sistematica del procedimento unico da parte del Comune, ottimizzando la comunicazione tra enti che devono esprimere un parere con Protocolli di collaborazione tra enti pubblici che prevedano anche l'adozione di sistemi di gestione informatizzata delle pratiche e dei documenti interoperabili. 
4) Opere pubbliche: vi è la necessità innanzi tutto di liberare gli investimenti (e i relativi pagamenti) in conto capitale degli enti locali dai vincoli del Patto di Stabilità interno; di semplificare le procedure di esproprio; di istituire  dei portali telematici statale e regionali al fine di rendere trasparenti e di ampliare l'accesso all'informazione sugli appalti pubblici disponibili di importo inferiore alle soglie stabilite dall'Unione europea; di favorire l'accesso agli appalti pubblici delle micro, piccole e medie imprese facendo obbligo, nei casi possibili, alla pubblica amministrazione e alle autorità competenti di suddividere i contratti in lotti e di rendere visibili le possibilità di subappalto, nonché di riservare una quota degli stessi, non inferiore al 30 per cento, alle micro, piccole e medie imprese.
 
Queste sono proposte che potrebbero trovare più celere attuazione.
Oltre a questo l’on. Simonetta Rubinato e il suo staff stanno lavorando ad una proposta di modifica del testo unico dell’edilizia, che ne capovolga gli attuali principi al fine di azzerare i tempi per l’avvio dell’esecuzione dei lavori, utilizzando gli studi professionali aventi determinati requisiti come una sorta di rete di sportelli unici per l’edilizia.
 
 
 
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