La prossima settimana saremo impegnati nella discussione del decreto Enti locali, un provvedimento che giudichiamo un’occasione persa perché sembra non voler cogliere la situazione di profonda difficoltà in cui si trovano i Comuni italiani. Il testo governativo è del tutto insufficiente. Sarebbe stato meglio ripartire dalla Carta delle autonomie anziché intervenire con procedure d’urgenza che, peraltro, non affrontano la madre di tutti i problemi: il patto di stabilità interno non tiene più, servono interventi strutturali.
In particolare si sono sistemate solo alcune questioni specifiche e la problematica di alcuni Comuni (come Brescia, Reggio-Emilia , Parma ed altri, che avevano percepito nel 2007 dividendi da operazioni straordinarie poste in essere da società quotate in borsa operanti nel settore dei servizi pubblici locali, oltre a Roma Capitale). Si stanziano alcune risorse anche per i Comuni sotto i 5 mila abitanti, ma nulla si è fatto per i problemi derivanti dalle sanzioni e dai vincoli del Patto di stabilità sugli investimenti dei nostri enti locali.
Il Governo (rappresentato nei lavori in commissione dal Ministro Calderoli e Sottosegretario Vegas) e la maggioranza di centrodestra hanno infatti dichiarato inammissibili (o bocciato) tutti i miei emendamenti sul Patto e sulla disapplicazione o attenuazione delle sanzioni per i nostri comuni sottodotati e virtuosi. Continuerò la mia battaglia in Aula la prossima settimana. Per capire quanto sia grave la situazione dei Comuni del Nord basti dare un'occhiata alle tabelle riportate nel file allegato.